Mancano anestesisti, Ulss costretta ad appaltare il servizio e spendere quasi 4 milioni di euro nel triennio

Mercoledì 31 Agosto 2022 di Yvonne Toscani
Ospedale di Pieve di Cadore
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PIEVE DI CADORE - Dopo l’esternalizzazione del servizio di pronto soccorso di Auronzo, ora tocca all’anestesia di Pieve. Non si ferma la privatizzazione sul fronte della sanità cadorina, cartina di tornasole della difficoltà del vivere in montagna, dove, negli ultimi decenni, è caduto un servizio dopo l’altro. Una strada, quella del rivolgersi altrove, tramite appalti esterni, ritenuta obbligata e dettata dalla necessità di garantire i servizi. Così, nell’ultimo caso specifico, è stata indetta una procedura di gara per acquistare in modo strutturato dei turni di anestesia per assicurare la continuità dei servizi all’ospedale centrocadorino Giovanni Paolo II.

Il numero di queste figure professionali, all’interno dell’Ulss 1 Dolomiti, infatti, non consente la copertura di tutti i turni e di tutte le attività. Attuate e concluse, senza esito, le varie alternative procedurali, sia per l’assunzione di dipendenti sia per il supporto da altre aziende o da parte di liberi professionisti, l’azienda sociosanitaria dolomitica da giugno si avvale di una ditta per la copertura di alcuni turni. «In questi mesi – spiegano dall’Ulss bellunese – le ulteriori azioni messe in campo non hanno portato all’esito sperato». Come già fatto da altre realtà con esito positivo, si è quindi deciso di procedere con una gara per l’acquisto di turni volti a garantire: la guardia anestesiologica diurna in turni da dodici ore, dalle 8 alle 20; la pronta disponibilità notturna, dalle 20 alle 8; l’attività anestesiologica in sala operatoria di chirurgia generale e chirurgia urologica. Le figure professionali saranno operative al nosocomio di Pieve e, in caso di necessità, potranno essere utilizzate anche da altri presidi. Il contratto durerà 36 mesi, con un importo a base d’asta di 897.900 euro annui (iva esclusa), per un importo complessivo di gara, comprese le opzioni previste, di quasi 4 milioni, più precisamente di 3.717.810 (sempre iva esclusa). I documenti della gara saranno pubblicati entro oggi, con termine di scadenza di presentazione dell’offerta entro il prossimo 20 settembre.

L’assegnazione è prevista invece entro novembre, con l’avvio del servizio dal primo gennaio del 2023.

«Questa procedura ci consentirà di garantire le attività chirurgiche ed anestesiologiche oltre che la sicurezza per tutte le attività dell’ospedale di Pieve – commenta il direttore generale dell’Ulss 1, Maria Grazia Carraro – come già esperito da altre realtà in Veneto e in Italia». In mezzo secolo si è passati dagli anni Settanta/Ottanta, in cui i beni e servizi sono confluiti all’interno delle aziende anche in ambito ospedaliero, con assunzioni “proprie” di personale pure per la vigilanza e i lavori artigianali, agli anni Novanta, quando alcune attività sono state affidate a fornitori esterni, soprattutto per convenienza economica, all’ultimo ventennio, durante il quale sono stati assegnati esternamente non solo processi di carattere generale bensì anche quelli clinici. E le zone di montagna, che soffrono lo spopolamento e la carenza di figure professionali specifiche, non fanno eccezione. Anzi, nelle Terre Alte le difficoltà si acuiscono, con i territori che entrano nel pericoloso vortice del taglio dei servizi, soprattutto pubblici. Il tema dell’outsourcing ospedaliero continua ad essere di estrema attualità in Cadore e le perplessità dei cittadini si scontrano con le motivazioni che spingono a percorrere questa strada, tra l’ottenere un servizio qualitativamente elevato, che con il personale interno non si è più in grado di garantire per carenze numeriche o di professionalità specifiche, al contenimento dei costi di gestione, dalla volontà di evitare l’interruzione di servizio allo svincolo burocratico e alla maggior flessibilità contrattuale consentita al privato.

Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 14:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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