Olimpiadi Milano-Cortina 2026, e adesso scatta l’offensiva del Veneto: a noi tutto lo sci. «Svuotiamo Bormio». La lettera di Zaia

Mercoledì 18 Ottobre 2023 di Alda Vanzan
Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Adesso la richiesta è formale: perso il bob, come annunciato lunedì alla sessione del Cio in India dal presidente della Fondazione Milano Cortina Giovanni Malagò, il Veneto vuole altre discipline sportive per le Olimpiadi invernali del 2026.

Perché altrimenti sarebbe tutto Milano e, quindi, Milano a qualcosa deve rinunciare a favore di Cortina.

La lettera di Zaia

In una stringatissima lettera - neanche dieci righe - indirizzata a Malagò e per conoscenza all’amministratore delegato della Fondazione Andrea Varnier, il governatore del Veneto Luca Zaia ha messo nero su bianco la richiesta. Testuale: «Abbiamo appreso della rinuncia alla realizzazione dello Sliding Centre a Cortina d’Ampezzo. È evidente che tale scelta, se confermata, determina una rilevante penalizzazione nella distribuzione delle venue di gara tra le città di Milano e Cortina d’Ampezzo. Senza la pista da bob, infatti, la città veneta non potrà più ospitare le discipline di bob, skeleton e slittino, bensì solo quelle di sci alpino femminile e curling, Se non ci sarà più il bob, dunque, ritengo necessario si affronti nelle opportune sedi la rideterminazione ai fini di un’equa assegnazione delle discipline olimpiche dei Giochi di Milano Cortina 2026».

Milano rinuncerà a qualche disciplina?


Inutile dire che si preannuncia un braccio di ferro. È immaginabile che Milano rinunci a qualcosa? È vero che Milano ha ottenuto anche il pattinaggio di velocità inizialmente assegnato a Baselga di Pinè (sistemare quell’impianto costava troppo, i trentini a un certo punto si sono fatti da parte), ma non sarà facile ottenere dal sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala qualche altra disciplina. Tra l’altro, dopo che Sala ha approvato lo stop del bob a Cortina e auspicato la scelta della Svizzera, la tensione sull’asse Milano-Venezia è aumentata. Non solo, anche il governatore leghista Attilio Fontana si è detto favorevole a Sankt Moritz: «Sensato, la gran parte degli italiani dice che bisogna evitare gli sprechi sia economici sia quelli contrari alla sostenibilità».

Nel mirino di Zaia ci sono Bormio e la Valtellina?


A sentire gli addetti ai lavori, l’offensiva lanciata da Palazzo Balbi avrebbe una mira: «svuotare Bormio e la Valtellina». E cioè portare dalla Lombardia al Veneto sia lo sci alpino maschile che lo sci alpinismo. Del resto, Cortina dispone di una delle più belle piste d’Italia, l’Olimpia delle Tofane, dove già sono previste le gare di sci femminile. Il “risarcimento” per l’affossamento del bob sarebbe dunque il cuore dei Giochi: lo sci. Che ciò avvenga è tutto da vedere, ma la prossima riunione della “cabina di regia” - dovrebbe essere lunedì prossimo - si preannuncia calda. Anche perché ci sarà da fare chiarezza sul sopralluogo di un’impresa svizzera per la realizzazione della pista da bob a Cortina: a che punto era questo “interesse”?


Zaia e la pista da bob


A Trento per una iniziativa elettorale a sostegno del presidente leghista Maurizio Fugatti, il governatore Zaia ieri è tornato a difendere la pista da bob. «Ho visto persone discutere per cento milioni di euro di bob, a me se avessero chiesto anche di macinarlo il giorno dopo penso sempre che sarebbe stato un grande affare. Se qualcuno ha cambiato idea ne prendo atto, ma queste gare fermate comunque creano non poche difficoltà. Dopodiché noi portiamo a casa un miliardo e mezzo di infrastrutture, ci aggiungiamo un miliardo e mezzo di Pil: fanno tre miliardi».
Adesso, però, si discute di “compensazione”. E la richiesta del governatore veneto ottiene l’appoggio degli industriali: «Il territorio deve sostenere in maniera compatta la richiesta del presidente Luca Zaia: la redistribuzione delle gare olimpiche - ha detto Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti -. Se il no alla pista da bob è definitivo, l’unica strada percorribile è quella di rivedere la programmazione delle gare». «Abbiamo tutte le competenze e le capacità per ospitare anche altre specialità affinché “Olimpiadi diffuse” non si traduca in una inutile dispersione di energie e capitale umano», ha aggiunto Stefano Longo, presidente della Fondazione Cortina, “braccio operativo” di Regione, Comune di Cortina e Provincia di Belluno per l’organizzazione di eventi sportivi.

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La preoccupazione serpeggia a Cortina


All’amarezza degli sportivi - «Così davvero si affossa lo sport sul ghiaccio», è stata la reazione del presidente della Fisi Flavio Roda - si aggiunge la preoccupazione degli imprenditori. Stefano Pirro, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina, è netto: «Occorre che ci venga detto chiaramente cosa si intende fare da qui ai prossimi due anni e soprattutto come si intende farlo. E ritengo che quello alla trasparenza sia un diritto dovuto non solo ai nostri associati, ma anche a tutto il territorio che pagherà comunque il prezzo di questa decisione».

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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