Nonnismo in caserma, condannati tre sottufficiali della Julia: ora rischiano la sospensione

Mercoledì 21 Giugno 2023 di Olivia Bonetti
La caserma Salsa di Belluno

BELLUNO - «Ci fu nonnismo alla caserma Salsa». La sentenza definitiva è arrivata in queste ore. La Cassazione ha confermato la condanna per i tre sottufficiali alpini dell'esercito italiano della Brigata alpina Julia-Settimo Reggimento, residenti in città. Una sentenza, pronunciata in primo grado dal giudice di Belluno Angela Feletto, e rimasta uguale in tre gradi di giudizio: 8 mesi e 10 giorni di reclusione ciascuno (con la condizionale e non menzione nel casellario giudiziale). Si tratta del sergente maggiore Francesco Caredda, 45enne napoletano comandante del plotone dove c'era il militare parte offesa, del caporal maggiore scelto Fabio Siniscalco, 35enne e del caporal maggiore capo Salvatore Garritano 34enne.

Erano chiamati a rispondere di violenza privata, lesioni, violenza contro un inferiore (articolo 195 del Codice penale militare di pace, ovvero il cosiddetto fenomeno del nonnismo). Era stato contestato dalla Procura al termine dell'inchiesta anche il reato militare di ingiuria (articolo 196 codice militare). La parte offesa, un militare campano (caporale maggiore, quindi inferiore dal punto di vista gerarchico rispetto agli imputati) era assistito dall'avvocato Mario Palmirani di Santa Maria Capua Vetere. Ieri ha commentato: «Giustizia è fatta ci dispiace che fatti del genere accadevano all'interno di una caserma. Abbiamo sempre creduto nella giustizia e quanto denunciato dal mio assistito ha trovato riscontro nei fatti. La speranza ora è che non accadano più cose simili».

I FATTI
I fatti contestati erano pesantissimi e vennero a galla grazie all'allora 25enne caporal maggiore, che riuscì a trovare la forza di raccontare quello che stava subendo. Al centro del processo quanto accaduto tra Belluno e Tolmezzo tra il 5 maggio 2016 e il giugno dello stesso anno. I superiori avrebbero addirittura colpito il 25enne ripetutamente alla spalla sinistra con un chiodo, durante l'addestramento. Poi epiteti come «Ciccione», «Non sei capace di fare niente», «Io ti faccio congedare». E ancora cestini di spazzatura gettati nel letto, fino all'episodio del televisore sottrattogli dai suoi superiori.

I RICORSI
Nel maggio del 2022 la conferma della sentenza dalla Corte di Appello di Venezia, ed ora quella della Cassazione: lunedì la discussione dei ricorsi degli imputati, ieri la decisione e il respingimento di tutti e tre. Dopo i fatti la giovane vittima del nonnismo era stata trasferita a Pinerolo (Torino), dove si trova attualmente. I tre imputati invece, che abitano e vivono in città con famiglia, sono sempre rimasti alla caserma Salsa di Belluno. Di fronte alla sentenza definitiva ora nei loro confronti, entro 6 mesi, si dovrà pronunciare il "Persomil", ovvero la Direzione Generale per il Personale Militare: decreterà se ci sarà eventuale sospensione per i tre alpini e per quanto tempo.
 

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