Non rispetta le norme antincendio: associazioni e migliaia di libri sfrattati dall'ex Monte di Pietà

Sabato 28 Ottobre 2023 di Federica Fant
L'ex Monte di pietà in piazza del Mercato a Belluno

BELLUNO - Il Monte di Pietà di Belluno non può più ospitare il 90% del patrimonio di libri e documenti (buona parte sono anche vincolati dalla Soprintendenza). Mancano le misure di sicurezza antincendio, tanto che i vigili del fuoco, dopo un sopralluogo del giugno scorso, sono stati costretti ad inviare una circolare alle quattro associazioni “inquiline”. Urge trovare un’altra sede per spostare buona parte dei libri. Il termine è il 31 dicembre prossimo. L’edificio del 1500, che è di proprietà della Fondazione Cariverona, ospita da diverso tempo la Fondazione Giovanni Angelini – Centro studi sulla montagna, l’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Isbrec), il Circolo culturale bellunese e l’Archivio storico Belluno, Feltre, Cadore.

DIECI ANNI DI COLLOQUI

Da circa una decina d’anni la Fondazione Cariverona stava interloquendo con il Comune per trovare una soluzione per sistemare il patrimonio culturale di quell’edificio, dal momento che lo stabile – essendo antico e vincolato – presenta delle problematiche, essendo interamente di legno, con accessi limitati (mancano in alcune situazioni quelli di emergenza).

Nel corso del 2023 Cariverona ha scelto di mettere in vendita il Monte di Pietà di piazza delle Erbe (per 2,3 milioni di euro), non prima di aver fatto la segnalazione ai Vigili del fuoco per la conformità antincendio (in qualità di ente certificatore). I pompieri hanno quindi dato tempo fino al 31 dicembre di ottemperare alle disposizioni. Si tratta di quattro azioni da ottemperare che potrebbero costare oltre 150 mila euro.

«PROBLEMATICA NON SEMPLICE»

L’amministrazione di Oscar De Pellegrin si è quindi ritrovata a gestire una situazione difficile. «È una problematica semplice da raccontare, ma non facile da risolvere», ha dichiarato ieri il sindaco di Belluno, De Pellegrin. La città di Belluno, infatti, ha numerosi contenitori culturali (Palazzo Bembo, il Fulcis, l’ex chiesa dei Gesuiti, le rinnovate scuole Gabelli, la Crepadona) ma nessuno ha i requisiti per poter ospitare volumi e documenti tutelati, dal momento che è necessario seguire determinati standard, come garantire un ambiente con certe caratteristiche. Diego Cason dell’Isbrec (Istituto che è custode di 33 mila volumi e 200 mila documenti) ha sottolineato come la circolare stabilisce che i valori ottimali per la conservazione di materiale cartaceo prevede la temperatura tra i 15 e i 18 gradi e dal 50 al 60% di umidità media.

«NON POSSIAMO INVESTIRE»

Si pone quindi il duplice problema: sistemare con circa 150 mila euro il Monte dei Pegni per adeguarlo alle misure di sicurezza antincendio o trovare una sede idonea ad ospitare un centinaio di metri cubi di libri. «Ma se il Comune investe denaro in un edificio non suo la Corte dei Conti gli chiede come mai – ha sintetizzato Cason -. Si sta cercando quindi una soluzione. D’altra parte, attualmente non c’è un edificio con le caratteristiche i cui trasferire il patrimonio culturale».

LE RESPONSABIITÀ DI MASSARO

«Ci sono trattative in corso da diversi mesi – è intervenuta l’assessore Simonetta Buttignon, che si occupa della vicenda -. Mi ha oltremodo dispiaciuto l’uscita di chi ci ha preceduto, che con molta leggerezza, ha scritto delle cose che hanno portato danno alla città e soprattutto a lui (l’ex sindaco Jacopo Massaro che ha affidato ai social la sua preoccupazione circa l’operazione da farsi, ndr). Un’uscita che non aiuta ad alleggerire i rapporti, che non sono stati semplici all’inizio. Nel primo incontro c’era un po’ di rigidità, visto che in precedenza i rapporti con la giunta Massaro erano stati tesi. Rricordo, infatti, la delibera del febbraio 2020, in cui era prevista l’accettazione della donazione dell’edificio, delibera poi ritirata ma a cui non ha fatto seguito nessuna tipologia di trattativa seria. Cosicché si è arrivati alla lettera di sfratto per le associazioni». Il sindaco ha aggiunto: «La Fondazione ha messo sul piatto la possibilità di poter donare il diritto di superficie al Comune, ma c’è un puzzle da comporre. Attualmente stiamo valutando più soluzioni. Sfido chiunque a dire che non ci stiamo adoperando per trovare la soluzione». 

Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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