Banca dati dell'Ulss violata per spiare la ex fidanzata: medico anestesista a processo

Martedì 12 Marzo 2024 di Olivia Bonetti
Banca dati dell'Ulss violata per spiare la ex fidanzata: medico anestesista a processo

AGORDO - «Mi tartassava di telefonate, post infamanti su Facebook, arrivando a contattare mio padre, dopo aver estrapolato il numero dal suo dossier sanitario».

Era diventata un incubo la vita della ex fidanzata del 48enne, medico anestesista ad Agordo: un periodo nero che la donna ha raccontato ieri, non senza difficoltà, nella sua testimonianza in aula in Tribunale a Belluno. La sua deposizione ha aperto il processo al dottore Danilo Pinto, accusato in questo frangente di accesso abusivo al sistema informatico dell’ospedale di Agordo (un sistema che è unico per tutta l’Ulss 1 Dolomiti). 


IN AULA
Danilo Pinto ieri era presente, assistito dai difensori gli avvocati Stefano Bettiol e Valentina Gatti, che hanno messo in luce con le loro domande alcune discrepanza tra gli orari in cui questi accessi sarebbero avvenuti e l’effettivo turno di lavoro del medico. Oltre alla donna, costituita parte civile con l’avvocato Paolo Patelmo, sono stati sentiti altri testimoni del pubblico ministero come il luogotenente Matteo Fratianni, il maggiore Marco Stabile, all’epoca comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri, la dottoressa Antonella Fabbri, dipendente Ulss che fu responsabile del procedimento. Il processo è stato infine rinviato al 19 settembre per l’esame dei testi della difesa e la discussione. 


LA STORIA
Il medico, pazzo di gelosia e pronto a fare qualsiasi cosa per far tornare la sua ex da lui: per questo avrebbe estratto dal sistema informatico dell’Ulss numeri di telefono di pazienti-amici della donna e avrebbe iniziato a tempestarli di messaggi. In particolare avrebbe scritto al padre di lei (estraendo il numero dal dossier sanitario dell’uomo) fingendosi un’amica della donna (estraendo i dati dal dossier sanitario di questa) inviando messaggi al genitore sulla figlia apostrofata come una “poco di buono”. Nell’accusa formulata dalla procura sono 4 gli accessi incriminati: tutti effettuati dall’Unità operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Agordo il 4 febbraio 2020 in orari che vanno dalla mezzanotte all’una. Gli si contesta anche l’aggravante di aver compiuto il reato da incaricato di pubblico servizio. Che ci siano stati gli accessi se ne era accorta la Ulss che scriveva: «Dagli accertamenti avviati e tuttora in corso di approfondimento risulterebbe che il soprariportato accesso ai dati personali, tramite il Dossier sanitario, sia stato effettuato impropriamente da un professionista medico, in assenza di motivazioni clinico terapeutiche o amministrative. Per scrupolo è già stata la notifica al garante della possibile violazione dei dati». Ma dopo il procedimento e la sospensione che ne era seguita il dottore è tornato in servizio.


L’ALTRO FILONE
Sul medico anestesista pende anche l’altro procedimento per l’accusa di stalking, che si era “perso” a Venezia: il fascicolo complessivo infatti comprendeva sia l’accesso abusivo al sistema informatico, reato di competenza della Procura Distrettuale di Venezia, che gli atti persecutori invece di competenza della Procura di Belluno. Tutto era stato trasferito alla Procura lagunare che ha deciso per il rinvio a giudizio per l’accusa di sua competenza ora arrivata a processo. È stato solo grazie alla difesa della donna, sostenuta dall’avvocato Paolo Patelmo che è emerso che il fascicolo stralciato era rimasto a Venezia: ed è per questo che solo qualche mese fa è stato notificato all’indagato l’avviso di chiusura indagini per quel filone di indagine. Questo è un altro processo che si aprirà prossimamente.
 

Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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