L’ennesima sollecitazione dal Veneto al Trentino è partita ieri, quando Confindustria Belluno Dolomiti ha sostenuto la nuova richiesta del Comune di Rocca Pietore e della società Marmolada per la riapertura dell’omonimo ghiacciaio, così da salvare la stagione invernale. Ma questa ventesima settimana di chiusura dovrebbe essere davvero l’ultima. «Entro venerdì sarà emanata l’ordinanza che consente la ripresa dell’attività sciistica, pur tenendo conto della tragedia accaduta il 3 luglio», annuncia Raffaele De Col, direttore del dipartimento Protezione civile della Provincia autonoma, nonché autore dell’istruttoria tecnica su cui si baserà il provvedimento che verrà firmato da Giovanni Bernard, sindaco di Canazei.
Marmolada, ghiacciaio aperto
Tecnicamente si tratterà di una revoca, con prescrizioni, dell’ordinanza trentina in vigore dal 22 agosto, che vieta l’accesso all’area «in attesa di rilievi tecnici e stime sulla pericolosità più dettagliati ed accurati da parte degli Uffici competenti della Provincia».
Stagione sciistica, perché la Marmolada è importante
La questione è stata dunque posta a un interlocutore imprenditoriale, ritenendo a rischio «l’intera area del Dolomiti Superski, di cui la Marmolada è parte fondamentale e integrante», dopo che la mobilitazione sul piano istituzionale sembrava non produrre alcun risultato. «Non riceviamo nessun segnale – diceva in mattinata il sindaco De Bernardin – né da Trento né da Canazei. Sinceramente ci dispiace e ci aspetteremmo una maggiore condivisione, perché anche noi abbiamo una parte di titolarità sulla Marmolada. Senza voler litigare con nessuno, e anzi pur mantenendo i toni bassi, mi vedo costretto a chiedere l’intervento del governatore Luca Zaia, perché possa avviare un confronto diretto con il presidente Maurizio Fugatti».
Niente sarà come prima
Ma probabilmente non sarà necessario attivare l’interlocuzione politica, visto che la situazione si è sbloccata sul piano tecnico. Nella consapevolezza che, però, nulla sarà più come prima. «Comprendo la richiesta dei soggetti economici – dice l’ingegnere De Col – ma dobbiamo fare un provvedimento che valga per oggi, per domani e per il futuro. Quindi nell’ordinanza che sarà assunta dal sindaco si terrà conto dell’imminente situazione invernale, cioè con la possibilità di riaprire le piste da sci, ma anche di quello che succederà in primavera, quando le temperature inizieranno ad alzarsi. Al momento non posso anticipare il contenuto delle prescrizioni, ma saranno improntate a una responsabilizzazione generalizzata di tutti, perché nessuno può dimenticare quello che è avvenuto quattro mesi fa».
Una strage: il crollo del seracco aveva causato la morte di 11 alpinisti e il ferimento di altri 8, travolti dal rotolamento a valle di un fronte di ghiaccio largo 80 metri e alto 30, per un volume stimato di circa 40.000 metri cubi, diventati poi 300.000 comprendendo le rocce e il fango inglobati nel corso della discesa a una velocità di 300 chilometri orari. La riapertura del ghiacciaio questa settimana, permetterà l’allestimento delle piste in tempo per il 3 dicembre? «Questo – conclude il dirigente – possono dirlo gli addetti ai lavori. Il mio compito era effettuare gli accertamenti tecnici e attendere le condizioni climatiche adeguate: il freddo vero è arrivato solo 10-15 giorni fa».
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