Lak il ragazzo del vento che "vola" sulle vette delle Dolomiti

Venerdì 1 Aprile 2022 di Dario Fontanive
Luca Cagnati detto Lak

CANALE D'AGORDO - Luca Cagnati classe 1990 per gli amici Lak. È lui il ragazzo del vento, quello che si vede e si incontra in tutte le stagioni, a tutte le ore: lo si vede correre lungo le strade dell'Agordino quando la stagione non gli permette di salire le tante strade e sentieri irti di montagna. È lui che armato di occhiali, una anti vento, tuta e scarpe da ginnastica incurante della pioggia, del vento, della neve e delle calure estive sfreccia ai bordi delle strade con quella corsa felpata e veloce quasi fosse spinto dal vento. È uno dei migliori atleti di corsa in montagna a livello nazionale, ma Luca è sempre rimasto semplice e riservato.

GLI INIZI

«Ero in seconda elementare ed ero l'unico del paese che non era impegnato in attività sportive così i miei genitori decisero di iscrivermi allo Sci club Canale - racconta Luca -.

Iniziai con la presciistica e subito dopo, durante l'autunno lo sci club ci proponeva per di fare le gare campestri del Csi con il Gruppo sportivo Taibon e quindi in quell'anno inizia a fare le mie prime gare di corsa e con gli sci da fondo, con risultati diversi perché nella corsa iniziai subito a fare degli ottimi risultati mentre con lo sci nordico ho fatto un po' più fatica». Dopo la fine della fase agonistica sugli sci con l' ultima categoria da juniores Luca Cagnati fa la scelta di dedicarsi anima e corpo alla corsa in montagna. «Non potendo proseguire con il fondo - spiega Luca - in quanto è necessario avere un club alle spalle o avere delle proprie possibilità economiche per proseguire agonisticamente, ho deciso di intraprendere la corsa in montagna con l'Atletica Caprioli di San Vito di Cadore e lì, da juniores, sono iniziati ad arrivare anche i primi buoni risultati nelle gare nazionali. Nel primo anno da juniores, nel 2008, ho avuto la fortuna di fare la prima nazionale junior ai Campionati europei dove sono arrivato ventesimo. Non era un grande risultato ma era l'esordio e per me già voleva dire tanto essere li nel primo anno di categoria. Il secondo anno di categoria ho subito fatto dei bei risultati piazzandomi secondo ai Campionati italiani juniores e arrivando ottavo agli europei e abbiamo vinto la medaglia d'oro a squadre. Lo stesso anno sono stato convocato ai mondiali che si tenevano in Italia e in quella gara mi sono classificato al quinto posto risultato questo che ha sorpreso tutti in particolare il sottoscritto».

I SACRIFICI

«Ovvio che le rinunce sono tante - prosegue Luca - se vuoi fare bene da juniores, ma quando sei giovane il tutto viene abbastanza facile. I sacrifici cominciano qualche anno dopo quando inizia a fare il salto di categoria con i seniores dai vent'anni in poi: le giornate diventano pesanti in quanto si fanno circa 20 chilometri di corsa al giorno. Se poi l'allenamento viene fatto in un ambiente come la Valle del Biois dove gli inverni sono impegnativi si capisce che il sacrificio c'è».

IL LAVORO

Ora Luca Cagnati da poco meno di un anno è in forze alla polizia stradale di Courmayer, i boschi e le montagne della valle del Biois si sono tramutati in quelli della Val d'Aosta dove Luca continua ad allenarsi. «Sì, continuo tutti i giorni ad allenarmi ma un po' meno del solito per questione di motivazioni- spiega il poliziotto di Canale-. Non mi sono ancora ambientato in Val d'Aosta e quindi considero questo anno di transizione, tra qualche giorno comunque farà la mia prima gara e in base a come sarà il risultato vediamo se sarà il caso di allenarsi più seriamente». «Avevo pensato di poter fare di questa passione per questo sport la mia professione - ricorda il poliziotto - e così tanti miei amici che erano in nazionale con me, perché il Corpo Forestale anni prima aveva arruolato vari atleti di corsa in montagna. Purtroppo però quando siamo arrivati noi la cosa era già sfumata. Avevo tentato con l'Esercito ma ho fatto pochi mesi nel gruppo sportivo poi la squadra di corsa in montagna è stata liquidata. Ora corro con un club che si chiama Atletica Valli Bergamasche che per me è come una famiglia e mi trovo molto bene con loro in quanto non è solo sport con loro ma anche momenti di incontro e di amicizia».

E A TAVOLA

Bisogna si avere un certo contegno e moderarsi ma rinunciare alla tavola per lo sport non è sempre la soluzione giusta? «Avevo pensato che fare una certa dieta - spiega Luca- non mangiare quello o questo avrebbe portato dei risultati. Poi però non è stato così, anzi ho preso delle batoste tremende in gara e allora ho capito che bisogna mangiare il giusto ma non privarsi. Francamente se ora devo bermi qualche birra la bevo volentieri perché a volte fa più male rinunciare a qualcosa che mangiarlo o berlo».

IL FUTURO

Luca ovviamente rimane la Polizia, la corsa che per lui oltre la passione è diventata una vera e propria dipendenza da cui non è possibile separarsi, un vero bisogno fisico e un altro piccolo segreto che a noi ha svelato. «Sì mi piacerebbe anche intraprendere l'attività di allenatore ma non di corsa in montagna ma di sci nordico è una cosa questa che mi è sempre piaciuta e affascinato».

I RICONOSCIMENTI

Il palmares di Luca è assai ricco e aperto a ricevere altri lusinghieri riconoscimenti al momento comunque presenta. Otto maglie azzurre assolute, campione del Mondo team 2015-2017; Campione Europeo team 2014-2015, 3 maglie azzurre juniores, 7 titoli italiani (5 in staffetta e 2 individuali). Premio Dolomiti Champion 2009; vincitore Transcivetta 2017 e 2018 della Transpelmo 2016, 2017, 2018 e La Velenosa 2015, 2018, 2019. Nel 2017 il Coni lo ha insignito della medaglia di bronzo al Valore Atletico.
 

Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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