Infermieri, rinforzi in arrivo da paesi extra Ue: «Albanesi e ucraini per colmare i vuoti»

Sabato 4 Settembre 2021 di Davide Piol
Infermieri in arrivo dall'estero

BELLUNO - Pochi infermieri in Italia? Arrivano i rinforzi dall'estero, come è accaduto per Asca.

La rsa di Agordo ha già assunto un infermiere ucraino e presto ne arriverà anche uno albanese. Dopo l'approvazione dell'emendamento Paolin da parte della commissione Affari Sociali, che l'ha prorogato fino al 31 dicembre 2022, è stata estesa ulteriormente la possibilità per le rsa di assumere personale sanitario e sociosanitario proveniente da paesi non appartenenti all'Unione europea. «Speravamo molto in questo emendamento spiega Maria Chiara Santin, amministratore unico Asca . Apre nuovi orizzonti perché con le risorse umane di cui dispone il nostro paese, e in particolare il nostro territorio, non ce la facciamo più».

L'EMERGENZA

È ciò che è emerso anche nelle riunione di qualche giorno fa tra le rsa del territorio e il direttore dei servizi socio-sanitari dell'Ulss Dolomiti Giampaolo Pecere. La carenza di infermieri è sempre più pressante, sia negli ospedali sia nelle strutture territoriali. In futuro, i posti disponibili per Scienze infermieristiche aumenteranno ma è chiaro fin da subito che non riusciranno in ogni caso a coprire il fabbisogno. 

IL SEGRETARIO DELL'INFERMIERE

«La situazione è molto complessa continua Santin Nel caso degli infermieri dobbiamo pensare sempre di più a figure che, all'interno delle nostre strutture, svolgano principalmente le loro funzioni specialistiche. Tutto quello che si può togliere, dandolo ad altri, siano essi persone o strumentazioni, va fatto». Ad Agordo è stata introdotta una figura che potrebbe essere chiamata segretario dell'infermiere e che svolge un lavoro di tipo amministrativo: «In questo modo libera l'infermiere da tutte quelle funzioni che lo appesantiscono (prenotazioni visite, cartelle cliniche, fotocopie, etc.) valorizzandolo nella sua specialità». 

LE RICERCHE CONTINUE

Ogni rsa mette in campo le proprie strategie. Di infermieri, infatti, non vi è traccia e quindi bisogna ingegnarsi. Alcune strutture, da Sersa-Gaggia Lante, all'Azienda feltrina per i servizi alla persona, alla Villanova servizi di Trichiana, hanno aperto bandi per l'assunzione a tempo determinato o indeterminato di personale infermieristico. Il problema è che in Italia scarseggia e la soluzione più immediata è quella di guardare oltre confine. «La normativa chiarisce Santin ci permette di inserire nei nostri servizi anche persone che hanno avuto un percorso universitario in altri paesi. Diciamo che è nata per contrastare gli effetti della pandemia ma, come ci siamo detti in più occasioni, questo problema sarebbe scoppiato lo stesso». Gli infermieri, cioè, mancavano già prima del covid: «Una persona ucraina, in Italia da qualche anno, l'abbiamo già presa con noi. Nel frattempo ne abbiamo un'altra, di origine albanese, pronta con la valigia in mano. Ma non sono che le prime, ne arriveranno altre». Questo accadrà, a cascata, in tutte le strutture del territorio che non riusciranno a colmare il vuoto di organico con le risorse disponibili. 

LA FORMAZIONE

Gli infermieri provenienti dall'estero saranno ovviamente sostenuti nella formazione aggiuntiva di cui potrebbero aver bisogno e, almeno nel primo periodo, saranno fondamentali per tamponare l'emergenza. Sottolinea infatti il deputato Giuseppe Paolin che «l'approvazione dell'emendamento è la risposta all'attuale emergenza ma certo non andrà a risolvere la carenza di medici ed infermieri. Bisogna ampliare in modo significativo, già a partire da quest'anno accademico, il numero gli accessi alle facoltà universitarie di medicina ed infermieristica». 
 

Ultimo aggiornamento: 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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