Gli industriali bellunesi: «Energia razionata? Prepariamoci»

Domenica 28 Agosto 2022 di Giovanni Santin
timori per il gas razionato
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BELLUNO - Presidente Lorraine Berton lei guida la Confindustria di Belluno, sul fronte del caro energia cosa sta succedendo alle aziende in provincia di Belluno? 
«La situazione nel Bellunese non è diversa dal resto d’Italia.

I costi dell’energia nella maggior parte dei casi sono triplicati. Stanno arrivando bollette da capogiro, ma l’impressione è che sia soltanto la punta dell’iceberg e una situazione che è destinata a perdurare. È un rientro dalle ferie shoccante, anche se era tutto previsto. È da oltre un anno che come industriali incalziamo politica e Governo. Il problema era evidente ben prima della guerra in Ucraina».

Cosa si rischia concretamente?
«Parlare di razionamenti non è più un tabù. Lo spettro è molto concreto. Ci aspetta un altro autunno difficilissimo. Il paradosso è che in quasi tutti i comparti, sia pure con una crescente incertezza, gli ordinativi ci sono; ma qualsiasi tipo di utile è già stato aggredito dai rincari. Dopo l’utile, non resta che intaccare le spese vive, comprese quelle di investimento, che permettono alle nostre imprese di rimanere competitive sul mercato. Per il Bellunese, da sempre terra di manifattura d’eccellenza e di export, è un problema serio. Senza risorse in pancia, non si innova e si perdono quote di mercato. È un effetto domino che va arrestato».

Belluno soffre di più per il costo del riscaldamento anche dei luoghi di lavoro?
«Sì, siamo destinati a soffrire di più, è ovvio. L’inverno da noi arriva molto prima che in pianura. È una constatazione banale, ma che fa la differenza. Pensiamo a cosa significhi riscaldare un capannone: sono seriamente preoccupata e non solo per il comparto manifatturiero. Pensiamo al sistema turistico, dagli impianti di risalita agli hotel, agli esercizi commerciali. È da mesi che chiediamo al Governo di adottare misure ad hoc per la montagna. Negli anni, le nostre aziende sono state particolarmente virtuose e hanno investito in energie rinnovabili e buone pratiche, ma di fronte a questa escalation, tanti sforzi sono inutili. Una cosa è certa: ci attendono nuovi sacrifici. Ancora una volta, imprenditori e lavoratori dovranno trovare un punto di caduta, dimostrando quella responsabilità vista anche con la pandemia».

Quali sono i “conti” che arrivano alle aziende?
«Gli esempi si sprecano. Come dicevo, come minimo, è tutto triplicato. Non si tratta di casi isolati, è la nuova norma. E non abbiamo ancora visto nulla: gli aumenti del gas che vediamo in queste ore, li sentiremo più avanti».
Quante sono le aziende in grave o gravissima difficoltà?
«Non entro nelle situazioni singole, ma posso dire che tutti ci troveremo in difficoltà. Quando vedi che nonostante i tanti ordini non ci sono margini, capisci che si è superata la famosa soglia della sostenibilità. Viviamo giorno per giorno».

Avete in agenda iniziative particolari, anche di pressione su politica? 
«La richiesta è principalmente una ed è stata ribadita dal presidente Bonomi: serve un tetto del prezzo del gas a livello europeo o nazionale, e soprattutto bisogna iniziare a realizzare quelle infrastrutture che servono al Paese per aumentare la capacità produttiva, coniugando sostenibilità ambientale ed economica. Non ci sono alternative e mi auguro che l’ultimo scorcio di Governo Draghi faccia di tutto per metterci in sicurezza».

Presidente, quali scenari si aprono ora? Quanto pesa la situazione politica di questo momento?
«Questa campagna elettorale mi ricorda l’orchestrina che suonava sulla plancia del Titanic. Mi auguro, alla fine, che prevalga il senso di responsabilità. Lo scenario che abbiamo davanti è quello di un impoverimento generalizzato. Dal caro bolletta nessuno si salva: famiglie, imprese, enti locali. Servono azioni forti per bloccare questa spirale speculativa. Ma fino ad ora abbiamo visto tanti slogan sul nulla e poche idee per il bene degli italiani».

Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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