BELLUNO - Fioccano le disdette nelle strutture ricettive bellunesi. Per ora non è stata fatta una stima delle perdite, ma è stata invece individuata la causa. Ossia il green pass che dal 6 agosto, con molta probabilità, diventerà obbligatorio per entrare nella maggior parte dei luoghi al chiuso. «Stiamo raccogliendo disdette in tutta la provincia – racconta Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti – Purtroppo manca la chiarezza che nel nostro settore è indispensabile. Sembra che il green pass non serva per dormire ma è poi necessario chiederlo se il turista vuole mangiare al bar, al ristorante, o entrare in piscina e in sauna. Sono le stranezze all’italiana».
STANCHI E SECCATI
Il settore è «stanco e seccato». Dopo un anno e mezzo di pandemia, gli alberghi chiedevano solo di ripartire a pieno ritmo e senza limitazioni troppo rigide. Invece sarà un’altra estate complicata dal punto di vista dell’afflusso turistico. Il premier Mario Draghi ha deciso che dal 6 agosto servirà il green pass (che si può ottenere con il vaccino, un tampone negativo nelle 72 ore precedenti, o la guarigione dal covid-19) per entrare in cinema, teatri, musei, palestre, piscine, concerti, centri termali, sedersi a consumare nei tavoli al chiuso di bar, ristoranti, pub e pizzerie. Non servirà per alberghi, negozi, centri commerciali, parrucchieri, estetisti e barbieri, mezzi pubblici, chiese e luoghi di culto. Il paradosso è tutto qui. Perché serve il green pass per entrare negli alberghi se questi fanno parte dei luoghi in cui non è necessario esibirlo?
REGOLE ASSURDE
«L’assurdità del decreto – spiega De Cassan – è che io posso accogliere un cliente in albergo senza green pass ma se vuole sedersi a bere il caffè non può farlo, a meno che non lo esibisca».
DE CARLO: BAGGIANATA
Le posizioni dei politici bellunesi, anche se esposte in modo diverso, sono però univoche. «Noi lo diciamo dal primo giorno – tuona Luca De Carlo, senatore di Fratelli d’Italia – e siamo sempre passati per gli eretici. Sembra che porsi al fianco di chi ha problemi è da folli. Non mi stupisco che ci siano delle disdette. Il green pass è una “baggianata” assoluta, un sistema coercitivo per costringere la gente a vaccinarsi». De Carlo precisa subito di aver fatto il covid e di essere vaccinato ma rimane fermo sulla sua posizione: «È una profonda discriminazione soprattutto perché a pagare il prezzo sono sempre le solite categorie».
DE MENECH PRUDENTE
È più prudente, invece, il deputato del Pd Roger De Menech. «Manca una serie di decreti – sottolinea – che deve chiarire tutte queste posizioni. Ce ne sono tante altre, non solo quella degli albergatori. Alla fine se vai in hotel e pranzi all’esterno non hai bisogno del green pass, ma se fai la stessa cosa all’interno sì. Spero che forniscano chiarimenti al più presto».
BOND: ACCANIMENTO
Dario Bond, deputato Forza Italia, mette in luce un altro aspetto che era stato evidenziato anche dai baristi: chi controllerà il green pass? «L’albergatore non può farlo – riflette Bond – Stiamo creando accanimento verso strutture che hanno già subito molti danni a causa della pandemia. In questo modo la gente prende paura, soprattutto chi ha una certa età, e quindi disdice. Non mi azzardo a fare previsioni, né promesse, ma questo provvedimento non mi trova assolutamente d’accordo e farò fatica a votarlo».