Il sentiero nel cuore dell'Agordino che attraversa le "Dolomiti mignon" Foto

Venerdì 16 Luglio 2021 di Daniela De Donà
Il sentiero nel cuore dell'Agordino che attraversa le "Dolomiti mignon"

Nel cuore dell'Agordino è stato realizzato un singolare percorso che riproduce in miniatura e nei minimi dettagli le più importanti montagne della zona Tanti artisti internazionali hanno lavorato la dolomia per piccoli capolavori.


L'ITINERARIO
Di dimensioni ridotte, eppur maestose.

Le Dolomiti, a San Tomaso Agordino, piccolo Comune di 600 anime o poco più con case abbarbicate tra gli 800 e i 1360 metri di quota in provincia di Belluno, si trasformano in opere d'arte per andare a costellare un percorso di tre chilometri che si sviluppa dalla frazione capoluogo, Celàt, a forcella San Tomaso, spartiacque con il Comune di Vallada Agordina. Intanto ecco qua gli ingredienti: blocchi di dolomia di un metro cubo, provenienti dal monte Serla e forniti dalla ditta gestrice della cava che si trova nel Comune di San Tomaso. Alla roccia va aggiunta l'abilità di mani che usano lo scalpello. Non mani qualunque, ma quelle di tre artiste di fama internazionale: la francese Raphaëlle Duval, la spagnola Eugenia Vazquez, e la coreana Yunmi Lee che sono state all'opera per le Dolomiti in miniatura nella zona degli impianti sportivi in località Al Pian. 


LE RIPRODUZIONI

Le cime che, quest'anno, usciranno dai blocchi di dolomia sono lo spigolo nord del monte Agner, il Cimon de la Pala, il Monfalcon di Forni. Andranno ad aggiungersi ad altre sorelle: nella prima edizione, svoltasi nel 2017, erano stati realizzati il Pelmo, la Civetta e le Tre Cime di Lavaredo. Nel 2018 si è assistito alla forgiatura del Monte Antelao, delle Torri del Vajolet e del Campanile di Val Montanaia, mentre nel 2019 sono stati scolpiti il Campanil Basso del Brenta, la Marmolada e la Tofana di Rozes con il Castelletto, baluardo della Grande Guerra. A dare una mano è la sezione del Club alpino di Agordo che si messo a braccetto con l'amministrazione comunale di San Tomaso e con la Fondazione Dolomiti Unesco con lo scopo di fornire notizie sulle montagne in formato mignon. Tutte le opere che si incontrano lungo il percorso, infatti, riportano una targa con informazioni curate dal Cai: vi si trovano dati che riguardano la specifica montagna e i percorsi per raggiungerla. E non mancano le indicazioni sui rifugi a cui ci si può appoggiare. Vi sono, inoltre, notizie di carattere tecnico, come la data in cui la parete è stata scalata per la prima volta. E non è finita: la scultura in roccia di dolomia quasi quasi parla: ogni riproduzione, difatti, possiede un codice QR che permette di accedere a informazioni aggiuntive relative alla zona e agli eventi organizzati. 
Il progetto non pare volersi fermare: Dolomites rock miniatures - supportato dall'azienda veneta Bonis Spa, specializzata nella produzione e distribuzione di calzature, ma anche nella salvaguardia dell'ambiente non si ferma qua. L'idea è quella di ricreare tutti e nove i sistemi dolomitici Patrimonio Unesco. Si pensa a venti opere, installate in aree non antropizzate, che, come già si può vedere, vengono realizzate da artisti di fama mondiale capaci di legare la loro abilità e la cultura personale al blocco di pietra. Tant'è che il risultato che ne esce non è un mero copia incolla. 


NEL 2021

Intanto il IV Simposio di scultura si è concluso e le pareti dolomitiche hanno preso forma, uscendo dalla nuda roccia. C'è lo spigolo nord del monte Agnèr (2872 metri, Gruppo delle Pale di San Martino-Belluno), con i sui 1500 metri di dislivello verticale ininterrotto, il più alto delle Dolomiti, ben visibile dalla Val di San Lucano. Ecco, poi, il Cimon de la Pala (3184 metri, Pale di San Martino-Trentino) visibile dal passo Rolle e dall'Agordino. Fa parte delle Dolomiti friulane e d'Oltre Piave il Monfalcon di Forni (2453 metri): si tratta di un gruppo montuoso che sta a cavallo tra più province, cioè Belluno, Pordenone, Udine. 


IL PAESE

«Questo progetto, unico al mondo, è nato quattro anni fa e si sta completando man mano in un itinerario da favola, nella totale immersione dentro la natura precisa il sindaco di San Tomaso, Moreno De Val, soddisfatto che le vette dolomitiche, già dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 2009 diventino opere d'arte. Al progetto Dolomiti in miniatura, a detta del primo cittadino, sottende un intento: destagionalizzare l'offerta, strizzando l'occhio al turismo, invitando, anche in primavera ed autunno, a salire in quota per godere di un circuito, ovviamente gratuito, tra le mini riproduzioni delle montagne più belle del mondo. Moreno De Val da 12 anni è sindaco di San Tomaso, un comune disteso su un territorio di 19 km quadrati che parte in fondo valle e finisce sull'ultima delle 24 frazioni. Per evitare la fuga dalla montagna e creare posti di lavoro se le è inventate tutte, inserendo il paese in canali di turismo alternativo. Unica e molto frequentata è la zipline (parco divertimenti) più alta delle Dolomiti, con panorama sulla Civetta. Poi ha voluto la palestra di arrampicata indoor Vertik Area Dolomiti che sviluppa oltre 600 mq di parete: unica palestra omologata in Veneto per la specialità speed, con una sala fornita di un sistema led unico in Italia. «E tra poco sorgerá un  parco giochi con area relax  e una pista di pattinaggio su ghiaccio naturale. Tutti impianti che vanno ad affiancare l'arena, una struttura coperta polivalente di 1000 mq dove si può praticare il calcio a cinque e il pattinaggio in line. Piccolo e ricco di curiosità: San Tomaso è pure sede di un Planetario.

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