Vivere sulla Luna, giovane agordino vince il concorso internazionale di architettura

Venerdì 21 Luglio 2023 di Claudio Fontanive
Un'immagine della base spaziale
FALCADE - Una base umana sulla Luna. L’architetto di origine agordine Silvio De Mio, con questo progetto si è recentemente aggiudicato la Young Architects Competition, uno dei più prestigiosi e importanti concorsi a livello mondiale, riservato ai giovani professionisti under 35. Classe 1995, di Caviola, il giovane talento da circa due anni lavora a Rotterdam, per Oma (Office for metropolitan architecture), uno degli studi internazionali più importanti al mondo. 
Dopo aver frequentato il liceo scientifico ad Agordo, e dopo la laurea ottenuta nel 2020, conseguita, con il superamento dell’esame di Stato, l’iscrizione all’ordine degli architetti della provincia di Belluno, De Mio ha iniziato il proprio percorso professionale per un anno in uno studio di Milano, e quindi si è trasferito nella città olandese dove attualmente lavora e vive, non tralasciando qualche ritorno, anche solo per qualche giorno di riposo, nella sua amata Valle del Biois.
«Parallelamente al lavoro come architetto in senso tradizionale - afferma De Mio che presta la propria attività professionale nello studio il cui fondatore è Rem Koolhaas, uno degli architetti più influenti dell’architettura contemporanea -, mi sono appassionato da qualche anno al tema dell’architettura spaziale iniziando a portare in parallelo alla mia professione un percorso di crescita nel settore, che mi ha visto frequentare workshop e conferenze internazionali sul tema, avendo modo di iniziare a sviluppare i miei primi progetti sulla Luna, Marte e nello spazio in assenza di gravità». 
Nel marzo scorso De Mio ha realizzato il suo progetto nella competizione organizzata in collaborazione con il Topical Team dell’ Esa (Agenzia spaziale europea). In questa cornice il luogo assegnato dal programma era il Lacus Mortis Pit, cratere lunare, e il suo adiacente Lava Tube (tunnel scavato dalla lava, accessibile dal cratere e adatto ad una potenziale base umana). In poche parole, un appartamento con altri servizi a beneficio di una vita dell’uomo sulla luna. 
«Si tratta di una base per 10 astronauti fissi più 6 ospiti temporanei, che devono vivere in una serie di fabbricati, con 16 camere più gli spazi comuni. Qui, l’umanità segnerà un nuovo capitolo nell’esplorazione e crescerà un ambiente lunare organico unico, come piante e alberi. All’interno dell’anello trovano spazio una grande sala comune, laboratori, una palestra, una serra, sala di comando, e un osservatorio». Ma l’interrogativo è se questo progetto potrà poi concretizzarsi in un prossimo nuovo sbarco dell’uomo sulla Luna. 
«Il piano Arthemis - continua il professionista agordino - è la continuazione di Apollo, ed è già iniziata la sua sperimentazione. Dapprima l’idea era di portare l’uomo sulla luna nel 2026, e invece secondo il piano della Nasa credo si andrà nel 2030. Credo che dovunque l’uomo vada, ci sia bisogno di costruire un ambiente per la sua vita perchè un conto è visitare e un conto è restarci per diverso tempo. Credo passerà ancora qualche decennio per un viaggio dell’uomo sulla Luna, ma questo mio progetto vuole essere una visione, e una base comunque necessaria».
Architettura tradizionale e spaziale, un impegno parallelo per il giovane agordino. «Credo che l’impegno lungo termine nell’architettura spaziale sia necessario, mi vedo in questo campo, parallelamente o a tempo pieno è tutto da vedere nel futuro. D’altro canto, nel nostro pianeta abbiamo tanti problemi da risolvere». De Mio non esclude in un futuro, non prossimo, un ritorno nella propria terra di origine. «La realtà di Rotterdam è molto importante - conclude l’architetto -, e a breve termine non intendo rinunciarci. Penso che per tornare in Italia bisogna avere un grande bagaglio che io mi sto costruendo. Tornare magari sì, ma per dare qualcosa di più importante alla mia terra d’origine».
 
Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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