La multinazionale Walton (Bangladesh) si compra le linee produttive della ex Acc

Giovedì 31 Marzo 2022 di Eleonora Scarton
La sede della ex Acc a Mel di Borgo Valbelluna

BORGO VALBELLUNA Una multinazionale del Bangladesh si è aggiudicata i macchinari e i prodotti dello stabilimento Acc di Mel di Borgo Valbelluna, ma non solo. È pronta anche a sviluppare delle progettualità con le competenze professionali del territorio.

L’annuncio lo ha fatto ieri il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, che ha fissato per venerdì in municipio la cerimonia di firma dell’accordo, alla presenza dell’ambasciatore del Bangladesh. Si tratta di un ulteriore tassello nel processo che sta vedendo la vendita del ramo di azienda di Acc a Sest/Lu-Ve, per il quale il 5 di aprile dovrebbe tenersi in regione Veneto il tavolo decisivo per la definitiva cessione. Ed è proprio il fatto che questa vendita non si sia ancora concretizzata definitivamente che lascia scettici i sindacati: «Non c’è nulla da festeggiare. Era il caso di chiudere l’accordo con Sest prima di smantellare lo stabilimento».

L’ANNUNCIO 
La notizia è arrivata nella giornata di ieri un po’ a sorpresa attraverso il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, il quale ha diffuso una nota stampa in cui ha sottolineato che «il Ministero dello Sviluppo Economico ha aggiudicato la gara internazionale per la cessione delle linee produttive di Acc (non comprese nell’offerta di Sest) a Walton Group, produttore di elettrodomestici con sede in Bangladesh, che si avvia a un fatturato di 1 miliardo di dollari e a un organico di 30mila dipendenti». 

L’INCONTRO 
Domani, venerdì primo aprile, alle 11 presso la sede del Comune di Borgo Valbelluna e alla presenza del Sindaco Stefano Cesa e dell’ambasciatore del Bangladesh in Italia Abdus Sobhan Sikder, sarà sottoscritto il contratto di cessione con il Commissario straordinario di Acc, Maurizio Castro, e il CEO e proprietario di Walton Group, Golam Murshed, uno dei più influenti businessman dell’Asia meridionale. «Il proprietario di Walton - prosegue Cesa nella nota stampa -, illustrerà anche il significato strategico dell’acquisizione delle linee e dei prodotti di Acc nei suoi progetti di sviluppo e le opportunità di ulteriore collaborazione con le competenze professionali del territorio». 

LA REAZIONE 
La notizia si è diffusa anche tra le organizzazioni sindacali e le rsu di Fim, Fiom e Uilm. In un comunicato congiunto sottolineano: «Crediamo che ora non si possa ancora festeggiare, rischiamo di trovarci di fronte alla logica di uno stabilimento preventivamente smantellato e allo stesso tempo in assenza di un accordo sindacale che garantisca effettivamente il passaggio dei lavoratori Acc alla società che intende subentrare. Infatti, se è vero che i tempi ormai scorrono velocemente, non certo per colpa delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, è altrettanto vero che non si sono ancora definite le modalità e tutte le regole per il riassorbimento delle maestranze, sia dentro la fabbrica di Villa di Villa, sia nelle altre aziende del territorio». «Allo stato attuale - proseguono -, nonostante le rassicurazioni intervenute da parte del Governo sulla questione della decontribuzione per le assunzioni che verrebbero effettuate, sono ancora da definire i particolari di un’intesa su altri temi delicati. Mancano ancora certezze sulle concrete modalità di gestione nella rioccupazione della parte finale dei lavoratori di Acc, d’altronde ancora non abbiamo avuto modo di riprendere il confronto con Sest e con le unità di Crisi di Veneto e del Mise. Sicuramente non è opportuno che ciò avvenga con lo stabilimento Acc impoverito nella sua storia, magari pronto a ricevere nuove linee e nuove produzioni senza avere le garanzie che a lavorare siano gli stessi lavoratori che li hanno trascorso un’intera vita e che hanno lottato per ritrovare una concreta rioccupazione». 

Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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