Incubo licenziamenti: 180 esuberi alla Diab di Longarone

Martedì 15 Marzo 2022 di Eleonora Scarton
La Diab di Longarone

BELLUNO - Una nuova crisi aziendale si affaccia nel territorio bellunese: la proprietà della Diab Spa di Longarone ha annunciato 180 licenziamenti.

Un numero estremamente rilevante se pensiamo che complessivamente nell'azienda lavorano 250 persone. La notizia girava ormai da qualche giorno, ma ieri, in un incontro tra sindacati e proprietà, è arrivata la temuta conferma.


L'AZIENDA

Una notizia ancor più drammatica se pensiamo che si tratta di un'azienda storica del territorio bellunese. Una realtà industriale che ha sede lungo l'Alemagna, tra le più antiche del longaronese, nata nel 1935 come Faesite e trasformata poi in Diab Spa, e che ha saputo sopravvivere al disastro del Vajont. L'impresa negli anni si è sempre distinta per innovazione e ricerca, ampliando i propri reparti e la gamma dei prodotti, e che solo lo scorso anno si confermava tra le aziende del settore della gomma-plastica con maggior lavoro e che ora annuncia il drastico ridimensionamento. Al momento non è dato sapere quali siano le motivazioni, ma è innegabile che le difficoltà che stanno colpendo molti settori, tra cui quello della gomma e della plastica a cui l'azienda è legata, potrebbero aver pesato su tale scelta.


L'ANNUNCIO

Nella giornata di ieri, in un incontro tra la proprietà e le organizzazioni sindacali, è stato annunciato il licenziamento di 180 persone su un totale dipendenti di 250. Durante tale incontro i sindacati hanno fatto alcune richieste specifiche, anche per poter provare a trovare delle soluzioni alternative a tale riduzione di personale, e per questo è stato fissato un nuovo incontro per giovedì. La preoccupazione è che un così drastico ridimensionamento non permetta la sussistenza poi dell'azienda, destinata così a chiudere definitivamente nel giro di qualche tempo. Indipendentemente da come andrà l'incontro di giovedì, le organizzazioni sindacali hanno già previsto una giornata di sciopero per venerdì e, all'esterno dello stabilimento, si terranno le assemblee con i lavoratori per illustrare nel dettaglio lo stato della situazione.


LA BATOSTA

L'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno in un contesto, quello del comune di Longarone, dove i fari sono tutti puntati sul caso Safilo. Come noto infatti, l'azienda sta chiudendo un percorso iniziato qualche anno fa e che prevede il licenziamento entro il 31 marzo di 118 persone, per la maggior parte legate al comparto della saldatura, magazzino sconfezionamento, pregalvanica, qualità-accettazione e reparto produzione-ingegneria. Per ridurre l'impatto di tali esuberi è stato sottoscritto un accordo tra proprietà e sindacati per un percorso di mobilità volontaria incentivata. Le candidature dovevano arrivare entro venerdì scorso e la notizia positiva è che oltre l'80% degli esuberi sarà coperto proprio dall'addio volontario dei dipendenti. Il prossimo incontro ufficiale sarà il 22 marzo con la firma delle uscite. In quell'occasione si capirà effettivamente a quanto ammontano gli esuberi forzati.


LE CRISI

Ma il territorio bellunese conosce altre due crisi importanti. Quella di Acc e di Ideal Standard, nel comune di Borgo Valbelluna. Per quanto riguarda l'Acc, la scorsa settimana al Ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto un incontro che aveva l'obiettivo di sottoscrivere l'accordo sindacale che in bozza era stato redatto in regione Veneto. Tale sottoscrizione però non è stata fatta in quanto alcuni nodi da sciogliere, legati principalmente ad aspetti economici di sgravi fiscali, ha fatto slittare il tutto. Il nuovo incontro avrebbe dovuto tenersi ieri ma è slittato ed al momento non c'è una nuova data. Per quanto riguarda Ideal Standard invece, si stanno facendo degli approfondimenti sul piano industriale presentato da banca Finint con una cordata di imprenditori veneti, tra cui il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio. La discussione sembra essersi incanalata sui binari giusti e giovedì si potrebbero avere degli sviluppi importanti in tal senso. Per quanto riguarda gli esuberi di queste due aziende, l'impatto potrebbe essere ridotto grazie all'impegno di diverse realtà, tra cui la regione del Veneto e Confindustria Belluno Dolomiti.

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