BELLUNO - Supera quota 500 il numero delle vittime positive al coronavirus in provincia di Belluno.
A PORDENONE L'ecatombe del Covid, in un anno il virus ha ucciso 2mila persone
IL BOLLETTINO
La soglia delle 500 vittime è stata superata proprio ieri quando Azienda Zero ha aggiornato i dati relativi ai positivi morti in ospedale e nelle case di riposo bellunesi. Un altro triste primato. In termini assoluti Belluno ha registrato meno morti rispetto alle altre province, a parte Rovigo con 345. Ma rapportando le vittime al numero di abitanti, ecco che la provincia sale in prima posizione: 2,46 morti ogni 1000 abitanti (più di 24 ogni 10mila). Appena dietro c’è Verona con 2,24 (22 ogni 10mila). Tutte le altre province, e quindi anche la media regionale, rimangono sotto i due morti ogni mille abitanti: Vicenza 1,85, Venezia 1,73, Treviso e Rovigo 1,43, Padova 1,31. La media regionale è 1,73.
LA STATISTICA
Perché a Belluno il dato è così alto? Innanzitutto bisogna specificare che la provincia all’ombra delle Dolomiti ha la popolazione più anziana. Nel frattempo il numero di abitanti è sceso in modo drastico fino ai 200mila abitanti. Mentre la tabella in cui si sono messi in relazione vittime e abitanti si rifà all’ultimo aggiornamento Istat che risale al 2016 e che indica per la provincia di Belluno 206.856 residenti. Questo significa che quel “2.46”, già molto alto, lo è ancora di più se rapportato al numero attuale di abitanti. Il dato sui morti covid positivi è l’unico che continua a crescere. Tutti gli altri indicatori sono in discesa.
IL BOLLETTINO
Ieri l’Usl 1 Dolomiti ha comunicato che erano stati scoperti 50 nuovi positivi nelle 24 ore precedenti. Notizie confortanti anche sul fronte dei ricoveri. Si contano 67 pazienti in area sub-intensiva (Belluno è scesa finalmente in fascia 3 sulla tabella di Azienda Zero), 5 gravi nelle Terapie Intensive (fascia 2) e altri 14 negli ospedali di comunità di Belluno e Feltre. Le vittime però continuano ad aumentare. Dopo le 5 di venerdì, ieri altre due: una 83enne ricoverata in Pneumologia a Belluno e una 91enne in Geriatria a Feltre.
I VACCINI
C’è attesa invece, e un pizzico di timore, riguardo ai vaccini Pfizer. L’azienda farmaceutica statunitense ha inviato all’Italia una minor quantità del prezioso liquido rispetto alle previsioni e quindi alcune Regioni, tra cui il Veneto, hanno dovuto riorganizzare il programma vaccinale. Stop alla somministrazione dei vaccini ex novo. Le dosi vengono riservate unicamente a coloro che devono concludere il ciclo vaccinale. L’Usl 1 Dolomiti ha raggiunto già 6.941 persone, almeno con la prima dose. Ma anche qui si sta procedendo solo con la seconda: 4 ne sono state somministrate venerdì, zero ieri. Perché, 21 giorni fa, erano rispettivamente il 31 dicembre (in cui ne sono state eseguite poche) e il primo dicembre in cui la macchina vaccinale si è fermata.
LA POLEMICA
Intanto sulla questione del concorso pubblico per l’assegnazione di 10 posti a tempo indeterminato ad anestesisti e rianimatori, indetto dall’Usl 1 Dolomiti venerdì, si è espresso anche il segretario Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) Veneto Giovanni Leoni: «Come sindacato di medici ospedalieri resta il dubbio se questa dell’Usl bellunese sia stata una scelta precisa originale (quella di indire il concorso da sola e tramite Azienda zero come tutte le altre, ndr) magari a fini di risparmio economico, e poi corretta in corsa per opportunità sulla base del clamore mediatico o una “semplice dimenticanza” istituzionale. In ogni caso manifestiamo la nostra preoccupazione per questo episodio sconcertante per la qualità dell’assistenza nell’area di Urgenza ed Emergenza e Cure Intensive dell’Usl 1 Dolomiti, tanto più in questo periodo Covid. Il caso non può essere sottovalutato e osserveremo la sua evoluzione con la massima attenzione».