I prezzi bassi spingono il mercato: tutti vogliono la casa in montagna

Giovedì 4 Marzo 2021 di Alessia Trentin
Livinallongo è tra i comuni più ambiti per l'acquisto di una nuova casa
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BELLUNO - Gli italiani vogliono andare a vivere in campagna.

O in montagna. Comunque, nel Bellunese. Da Padova a Valmorel, da Peschiera del Garda a Carve, da Treviso al Nevegal l’effetto Covid sul mercato immobiliare locale è un boom di richieste come mai si era visto prima. Il prezzo al metro quadro non ha ancora iniziato a crescere come ci si attendeva, è in leggero rialzo ma i costi sono ancora bassi e alimentano una riscoperta del verde, della casa immersa nella tranquillità, meglio se in località poco note e lontane dai centri, che lascia ben sperare sul fronte dello spopolamento. Quello che era un timido segnale a ottobre 2020, quando nel corso di Oltre le Vette un convegno era stato dedicato proprio a questo, ora sembra essere un fenomeno tutt’altro che trascurabile.


PREZZI IN DISCESA
In questa chiave, allora, non stupiscono nemmeno i dati delle località più blasonate della provincia che vedono Cortina e Auronzo in discesa, in quanto a costo al metro quadro degli immobili, rispetto a Belluno, Feltre, Sedico, Agordo, Selva e Alpago in ripresa. E’ proprio l’Alpago a dominare la classifica delle località dove i costi delle case nell’ultimo anno hanno visto un maggiore rialzo. Qui per gli immobili residenziali in vendita vengono ora richiesti 779 euro al metro quadro, nel febbraio 2020 erano 573, pochi in entrambi i casi ma comunque con un aumento del 35,95%. Si intravedono, insomma, segnali positivi. La conferma arriva anche da Michele Sacchet di ReMax, agente immobiliare nel settore da molti anni. Lavora tra il Cadore e la Valbelluna, ha il polso dell’andamento attuale e passato e di una cosa è certo: il Covid, il timore del contagio e la voglia di avere ampi spazi per sé e per la famiglia stanno portando ad una scoperta del Bellunese. Di contro i migranti in Svizzera tendono in questo periodo storico a vendere le case in provincia, ma questa è un’altra storia. Di esempi, Sacchet, ne snocciola uno dietro l’altro. Di recente ha favorito l’acquisto di una casa a Carve, poco prima a Valmorel. Non conta più le casere per le quali ha fatto da intermediario negli ultimi mesi. Comuni denominatori: verde e tranquillità.
SMART WORKING
Appendici graditi sono un lavoro in smart working e l’aver raggiunto la pensione. E non si tratta di spostamenti all’interno della provincia, che gira e rigira il problema dello spopolamento si attenua in Valbelluna e si acuisce nelle terre alte e il saldo resta sempre negativo, ma di arrivi da altre province e da altre regioni. «I prezzi sono leggermente in rialzo, ma non molto – spiega -, nelle grandi città non sono ancora ripartiti e di conseguenza da noi nemmeno. Ad ogni modo abbiamo una costante richiesta di case, favorita da tassi bancari appetibili e da garanzie statali per gli under 35. Sono ormai diverse le famiglie e le coppie che hanno acquistato casa in provincia arrivando dalla bassa, sto parlando di gente che si trasferisce non che cerca un polmone verde solo per il week end. In questo chi lavora da casa in smart working è naturalmente favorito». Molte anche le richieste per il centro storico del capoluogo, specie da parte di anziani allettati dalla possibilità di non utilizzare l’auto e di avere i servizi raggiungibili a piedi.
MINI APPARTAMENTI
Anche i mini appartamenti per coppie e lavoratori di passaggio vanno a ruba, con conseguente impennata di richieste di acquisto da parte di investitori. Spuntano anche gli altoatesini, in questo momento d’oro del Bellunese; si avvicinano ai cugini veneti spinti, anche in questo caso, da prezzi assolutamente competitivi. Di contro faticano Cortina e Auronzo, complice forse un mercato saturo. La Regina negli ultimi 12 mesi ha visto abbassarsi dell’1,91% i prezzi degli immobili e Auronzo dello 0,57%. Movimenti minimi, certo, ma comunque indicativi.

Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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