Volano le richieste per il superbonus al 110%: le imprese possono creare mille posti di lavoro

Domenica 21 Febbraio 2021 di Davide Lisetto
Un cantiere edile
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PORDENONE E UDINE - Il vero boom di richieste di preventivi e di sopralluoghi era partito poco dopo la metà del dicembre scorso. Cioé quando l’Agenzia delle Entrate aveva “decretato” le ultime indicazioni per avviare le procedure. Da circa due mesi le imprese di costruzione e i professionisti (architetti, ingegneri, geometri che svolgono i compiti legati all’asseverazione delle procedure) sono letteralmente presi d’assalto dai proprietari di case e da amministratori di condominio. I telefonini degli imprenditori edili, degli artigiani e degli studi tecnici e professionali sono diventati davvero bollenti. Il superbonus del 110 per cento sta diventato interessante per moltissimi proprietari di abitazione intenzionati a ristrutturare casa usufruendo delle agevolazioni previste dal provvedimento volto alla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. «Rischiamo di non lavorare più per stare dietro alle richieste. E così è per i professionisti con cui lavoriamo», ammette Alessandro Zadro, costruttore pordenonese e responsabile della categoria regionale di Confartigianato.
LE RICADUTE
Non c’è impresa del comparto edile che sulla base delle richieste che stanno arrivando (anche se poi solo una parte dei preventivi fatti si trasformerà in lavori da eseguire) non abbia bisogno di qualche addetto in più.

E facendo due conti, seppure ancora approssimativi, sulla base della forza lavoro presente sul territorio nei prossimi mesi (o anche due o tre anni, a seconda della proroga del governo sul provvedimento) potrebbe esserci lavoro per circa mille nuovi addetti nell’ambito delle costruzioni. Senza contare i singoli artigiani. E sempre sulla base delle richieste che negli ultimi due mesi sono arrivate alle imprese edili - sia di Confartigianto che di Ance-Confindustria - e ai professionisti nel Friuli occidentale potrebbero esserci una cosa come 40, 45 mila casa da ristrutturare. Su fronte dell’occupazione a gennaio di quest’anno i lavoratori iscritti alla Cassa edile di Pordenone avevano superato le duemila unità: si tratta solo dei lavoratori dipendenti delle imprese. Si è registrata una crescita costante e graduale - dopo le pesanti perdite occupazionali seguite alla grande crisi del 2008 - sia nel 2019 che nel 2020. Un incremento dovuto anche alla presenza negli ultimi due, tre anni di grandi cantieri pubblici come quello dell’ospedale e della bretella sud della città. Sempre in provincia le imprese edili artigiane sono poco meno di seicento, molte sono ditte individuali ma altre contano anche tre, quattro addetti. Un altro centinaio sono le imprese più grandi e strutturate dell’Ance. Se si ipotizza che, in media, ciascuna azienda ha necessità di un paio di nuovi addetti il conto è presto fatto. Si superano le mille unità. «Il problema vero - ammette il presidente della categoria regionale degli edili Zadro - è trovare risorse umane qualificate e formate per svolgere i lavori che vengono ricompresi nel superbonus ristrutturazioni». Nella maggior parte dei casi si tratta di cappotti esterni e rifacimento di tetti. Oltre al cambio dei serramenti e dei sistemi legati agli impianti di riscaldamento e raffrescamento. La fase è dunque ancora quella preparatoria. In realtà anche sul territorio alcuni cantieri di una certa dimensione (piccoli condomini) sono già partiti. Ma si tratta di quelli avviati dalle società contractor, più grandi e strutturate anche con i tecnici. Per il sistema più diffuso delle microimprese le trafile burocratiche (che pure ci sono per ottenere l’ecobonus) richiedono tempi un po’ più lunghi. Ma alla fine sarà proprio la “galassia” delle imprese artigiane con l’indotto a essa legato a fare girare la fetta maggiore del “giro” di lavoro legato al super-bonus. Ora, però, la preoccupazione è che il cambio di governo non inceppi il sistema delle proroghe previsto.

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