BELLUNO - Altro che “febbre del sabato sera”. Dal primo novembre a oggi si è scatenata la “febbre del tampone in vista del green pass”. Un aumento senza precedenti che vede in prima linea le farmacie corse in aiuto dell’Ulss Dolomiti da quasi un mese. Basti pensare che nella sola giornata del 2 novembre i farmacisti bellunesi hanno eseguito 2.678 tamponi. Ma l’incremento è generale. Tanto che domenica e lunedì si sono verificate lunghe code ai covid point tamponi di Paludi e di Feltre.
LA FOTOGRAFIA
Dall’1 al 7 novembre sono stati eseguiti in totale 21.350 tamponi. La maggior parte, ossia 15.759, con finalità green pass (una media di 2256 al giorno). Mentre i restanti 5.555 sono stati richiesti da sintomatici o contatti di caso. Interessante notare il carico che incombe sulle farmacie. In sette giorni hanno fatto 11.426 tamponi (la stragrande maggioranza del totale, ossia 15.759), con medie giornaliere superiori ai 2mila test. È una situazione che preoccupa. Rimangono da vaccinare oltre 30mila bellunesi, di cui la quasi totalità in età lavorativa e quindi con la necessità di ottenere il green pass. Per risolvere il disguido ai drive in di questi giorni, l’Ulss Dolomiti ha messo in campo dei miglioramenti organizzativi con il potenziamento del personale presente e un rigido controllo all’accesso. «Si ricorda – ha sottolineato l’azienda sanitaria – che i tamponi con finalità green pass si eseguono solo su prenotazione (dal sito www.aulss1.veneto.it) che deve essere eseguita entro le ore 15 del giorno precedente».
LA CAMPAGNA VACCINALE
L’obbligo del green pass in azienda, entrato in vigore il 15 ottobre scorso, ha generato una richiesta smisurata di tamponi ma non ha prodotto quello che ci si auspicava. Cioè un aumento delle vaccinazioni. «Da altre parti ha avuto il suo effetto – ha evidenziato Caterina De Marco, direttrice sanitaria dell’Ulss Dolomiti – in pianura sicuramente, qui in montagna no. È un peccato. Probabilmente ci sono momenti di socializzazione diversi rispetto alla pianura e questo influisce su tutto il resto». I dati parlano chiaro: le somministrazioni delle prime dosi di vaccino anti-covid sono ferme. In una settimana c’è stato un +0,1% che porta i bellunesi coperti da almeno una dose all’83,4%: sono il 67,6 % dei 12-19enni, l’80,1% dei 20-29enni, il 75,5 % dei 30-39enni, il 76,6% dei 40-49enni, l’83,8% dei 50-59enni, l’87,3 % dei 60-69enni, il 92,4% dei 70-79enni, circa il 100% degli over 80. Crescono lentamente anche i vaccinati con due dosi di vaccino anti-covid. Sono all’81,3%. Rimangono invece da vaccinare circa 30.316 bellunesi, tra cui alcuni operatori sanitari.
SOSPENSIONI
Ieri l’Ulss Dolomiti ha sospeso due infermieri che non si erano ancora messi in regola. Rimarranno a casa fino al 31 dicembre o fino a quando non decideranno di vaccinarsi. «Ognuno di noi è libero di pensare come ritiene – ha detto la direttrice generale dell’Ulss 1 Maria Grazia Carraro, riferendosi alle manifestazioni contro il green pass – credo però che guardare i numeri aiuti molto. Se ci sono delle attenzioni da tenere vanno tenute da tutti. Ci deve essere responsabilità dei messaggi che si danno e del modo in cui lo fai. Quindi, al di là delle singole posizioni, ragionare con i numeri aiuta a vedere in modo obiettivo. Ognuno fa le proprie scelte ma dopo aver guardato i dati oggettivi che stanno emergendo».