Settecento assalti ad animali domestici, il sindaco sbotta: «Quegli 80 lupi vanno catturati»

Mercoledì 11 Ottobre 2023 di Giovanni Santin
Strage di cervi sbranati nel Bellunese (foto di archivio)

CHIES - Dopo aver cercato in più modi di attirare l'attenzione su quanto sta accadendo in Alpago dove le predazioni del lupo non si fermano più, anzi hanno intensificato la loro frequenza, dopo aver anche detto che se il lupo mangiasse l'uva dei trevigiani il problema sarebbe già stato risolto, ora Gianluca Dal Borgo, sindaco di Chies d'Alpago, sceglie un'altra provocazione. «In seguito alle ultime 700 predazioni di animali affettivi registrate nella conca dell'Alpago dice - chiedo di intervenire per catturare e spostare gli 80 predatori entro i confini del Parco delle Dolomiti bellunesi, un ente che sicuramente sarà capace di gestire in modo eccellente l'animale.

Il lupo 100 anni fa era considerato nocivo e oggi è diventato sacro: siamo davanti alla nuova idolatria dei tempi moderni» spiega riferendosi alle norme europee che tutelano il lupo. E poi aggiunge: «In base alle dimensioni della conca alpagota che è di 171 km quadrati, le conoscenze dicono che non ci potrebbero essere più di 20 esemplari, invece sono molto di più». È quest'ultimo ragionamento che fa dire al sindaco Dal Borgo anche un'altra cosa, ancora più forte della prima: «L'aumento incontrollato di questo predatore risponde a un disegno da parte delle lobby economiche che ha lo scopo di deantropizzare la montagna con l'obiettivo di predarne le sue risorse, fra tutte l'acqua, l'oro blu, una risorsa idrica e idroelettrica. Non ho paura a dirlo: siamo di fronte a un disegno che ha come fine lo svuotamento antropico della montagna per poi potersi impossessare delle sue risorse». Dal Borgo argomenta così questa sua posizione: «Se arriva il predatore, aumentano l'incuria e l'inselvatichimento dell'ambiente. E infatti abbiamo prove che a Chies sono aumentate le patologie legate alla presenza di zecche».

DA UNA PREDA ALL'ALTRA
E che le predazioni continuino è confermato da un'ultima scoperta fatta ieri mattina: nella notte fra lunedì e martedì il lupo ha divorato completamente un asino, poco distante dalle case di Borsoi. È Paolo Casagrande, presidente regionale dell'associazione Liberi agricoltori (segue personalmente anche alcune stalle in Cansiglio) a riferire dell'ennesima aggressione. «Io stesso in località Caotes ne ho subito una lo scorso 15 agosto. E a ottobre le visite notturne del lupo sono state tre in quattro giorni: il 1°, il 2 e il 5 ottobre. Ogni volta vittima un asino; in un mese ne ho persi quattro, disossati come non mai; ora mando al macello due dei quattro rimasti, prima che il lupo attacchi anche quelli». Casagrande spiega cosa sta accadendo: «All'inizio della stagione i lupi hanno aggredito soprattutto le pecore. Ma ora, fatta eccezione per qualche hobbysta, gli agricoltori le hanno rinchiuse o tutti hanno recinti elettrificati e con cane maremmani. Gli asini sono in recinti molto più deboli. Cosa vogliono dire le ossa degli asini così disossate? Che il branco si muove con i piccoli che non sanno mangiare pezzi grossi di carne, e per questo ripuliscono quel che rimane attorno alle ossa».
 

Ultimo aggiornamento: 17:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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