Bidella uccisa a Lanciano, marito arrestato dopo un anno e mezzo: «Strangolata con un cavo elettrico». Aveva inscenato il suicidio

Aldo Rodolfo Di Nunzio, 71 anni. ex vigile del fuoco, è stato portato in carcere. La moglie aveva 61 anni ed era una bidella molto conosciuta: fu trovata impiccata nella cantina della loro villetta

Giovedì 11 Gennaio 2024
«Strangolata con un cavo elettrico». Non fu suicidio: arrestato il marito

L'avrebbe uccisa con un cavo elettrico e poi ha simulato un suicidio. Aldo Rodolfo Di Nunzio, 71 anni, vigile del fuoco in pensione, è stato arrestato con l'accusa di aver ammazzato la moglie Annarita D'Eliseo, 60 anni, bidella di Lanciano, in provincia di Chieti. La donna il 15 luglio del 2022 era stata trovata impiccata nel garage-cantina della loro villetta all'Iconicella, frazione di Lanciano. Oggi la svolta delle indagini con l'arresto dell'uomo per omicidio aggravato.

Le indagini, durate più di un anno,  sono state condotte dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Lanciano che hanno accertato che la donna sarebbe stata strangolata. 

I carabinieri della compagnia di Lanciano, coordinati dal maggiore Giuseppe Nestola, hanno prelevato oggi a casa l'ex vigile del fuoco per portarlo prima in caserma e poi condurlo in carcere. L'indagato ha sempre sostenuto di non aver ucciso la moglie, ma di averla trovata impiccata e di aver cercato di salvarla.

Le indagini inizialmente si erano orientate sull'ipotesi di suicidio, ma già la scorsa estate il procuratore capo di
Lanciano, Mirvana Di Serio, aveva presentato una richiesta di custodia cautelare per l'uomo; in quella circostanza però l'istanza venne respinta. 

Di Nunzio al momento dell'arresto ha lamentato un dolore alla spalla ed è stato accompagnato dai carabinieri in pronto soccorso. Poi una volta accertato il suo stato di salute è stato trasferito nel carcere di Lanciano. Già per due volte, prima a luglio dal gip di Lanciano, poi a ottobre al Tribunale del Riesame dell'Aquila, era stata rigettata la richiesta di custodia cautelare basata sulle perizie tecniche eseguite sui cavi elettrici trovati intorno alla gola della vittima, che non avrebbero potuto reggere il peso della donna. In seguito a ulteriori indagini il procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio, ha chiesto e ottenuto l'arresto dell'uomo su provvedimento del gip Massimo Canosa sulla base soprattutto di una Ctu (consulenza tecnica d'ufficio) che ha rilevato importanti elementi probatori che al momento non sono stati svelati dagli investigatori. Sono stati i nuovi elementi a portare alla misura cautelare, grazie a supporti video ed audio; non si esclude che nelle abitazioni vicine alla villa fossero presenti delle telecamere.  Per oltre un anno e mezzo l'indagine è andata avanti tra l'ipotesi di suicidio e quella di omicidio: neppure l'autopsia aveva dipanato i dubbi. Di Nunzio è difeso dall'avvocato Silvia De Santis del foro dell'Aquila. 

Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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