«Il sidro è il nostro Prosecco», il produttore di Nervesa spopola in Australia e Usa

Venerdì 7 Febbraio 2020 di Elena Filini
Giovanni Camillo, il produttore di Nervesa spopola in Australia e Usa
NERVESA DELLA BATTAGLIA (TREVISO) - Frizzante, democratico, prodotto con metodo charmat e del caratteristico colore paglierino. Prosecco? No, sidro. Snobbato fino a pochi anni fa come vin de pom, l'extradry di mele sta ritagliandosi una speciale fetta di mercato tra i millennials. Negli Stati Uniti sono sempre più diffuse le cider house. E le bollicine di mele trevigiane oggi iniziano ad andare alla grande anche sul mercato australiano grazie all'intuizione di Giovanni Camillo, giovane produttore di Prosecco di Nervesa della Battaglia, che ha deciso di rivolgersi a un pubblico più internazionale, convertendo il know how e la qualità del Prosecco in una bevanda meno alcolica e con lo stesso valore sociale. Il sidro di mele piace infatti a chi è allergico al glutine e ai giovani perché è leggero e fa solo 6 gradi. Lo spumante speciale di Camillo ha vinto in Australia il Best international cider, una delle più importanti competizioni del Paese nel beverage-food. 



LA SFIDA
E non teme neppure i dazi di Trump: «In Australia ho venduto la mia prima bottiglia di Prosecco, oggi siamo a quota 100.000. Mio cugino, Adrian Cester, ha messo in piedi una società con un produttore di mele e io ho affittato i campi di mele in Friuli. Tutti biologici, carta vincente per penetrare nei mercati esteri. È nato così questo brut di mele extradry: fresco, fruttato, diverso da tutti quelli che si bevono in Italia perché è meno dolce e più frizzante. Siamo gli unici produttori di sidro nella Marca e tra i pochi a livello nazionale». Giovanni Camillo è tra i giovani di Confagricoltura Treviso che hanno fatto della diversificazione la propria filosofia di vita. Iscritto a ingegneria, ha capito presto che la sua passione era la campagna: nei 10 ettari di terra tra la collina del Montello e la campagna che costeggia il Piave ha piantato glera al posto dei kiwi, creando il brand di Prosecco Cester Camillo.

ALL'ESTERO
«Nella mia storia c'è tanta Marca ma anche tanta Australia racconta Camillo - mio nonno emigrò infatti tanto tempo fa nella terra dei canguri, dove creò un'impresa di costruzioni. Lì nacque mio padre e lì vivono ancora molti miei parenti, con il cognome di Cester, tra cui alcuni cugini che hanno cominciato a operare nel settore vinicolo. Da lì è partita l'idea di creare un anello di congiunzione tra le due famiglie e due mondi». Negli Stati Uniti il prodotto è sulla cresta dell'onda da alcuni anni, grazie ai consensi conquistati nel mondo dei millennials: esistono addirittura le cider house, dove al sidro vengono associate degustazioni ad hoc. In Italia, invece, la produzione di sidro è ancora di nicchia ma in aumento è il numero di pub in cui viene offerto alla spina o in bottigliette, come a Milano, dove esistono locali dove viene sostituito al prosecco nello spritz. 
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