«Via le botteghe storiche di San Marco dall'asta per le concessioni demaniali»

Mercoledì 15 Gennaio 2020 di Michele Fullin
Il caffè Florian in Piazza San Marco
1

Una moratoria per le concessioni demaniali a negozi e pubblici esercizi che si trovano al pianterreno delle Procuratie Nuove. La deputata leghista Giorgia Andreuzza, ha presentato un emendamento per ottenere una proroga da quest’anno, in modo da consentire al Governo di trattare con l’Unione europea per escludere piazza San Marco dalla direttiva che prevede la gara aperta a tutti per l’utilizzo dei beni demaniali. 

LA STORIA «Noi teniamo duro»: quella bottega nascosta che resiste da 70 anni

ATTIVITÀ IN BILICO
Per commercianti ed esercenti della piazza è una buona notizia, anche se non si tratta di un atto compiuto, ma di una proposta da parte di un gruppo che in questo momento si trova all’opposizione. Ma, se non altro, è il segnale che il loro problema è attenzionato.

I beni demaniali che dovrebbero essere alienati e per i quali in questo momento il procedimento è congelato sono in tutto 22 lotti e riguardano circa 8 attività (galleria Ravagnan, l’anagrafico 72A, il negozio Martinuzzi, la gioielleria Giordan, Desirè, Longchamp, Salviati e la Bottega dell’Arte di fronte all’hotel Luna Baglioni. E poi ci sono le potenziali perdite di una parte dei locali: caffè Florian (due locali) e Chioggia, le gioiellerie Nardi e Tokatzian (un retrobottega), Chopard, Zorzi, Cvm (Pauly) e la Compagnia della Vela).

IL PROBLEMA
La questione nasce dal fatto che una direttiva europea prevede che per i beni demaniali non si debba più procedere a rinnovo, ma attraverso un’asta pubblicizzata via web. Un rischio perché, invece del mero rinnovo, anche con aumento del canone, ora attività storiche potrebbero trovarsi sfrattate o ridimensionate perché qualcun altro si è aggiudicato la concessione con l’asta in busta chiusa con il solo criterio dell’offerta economica. Al momento questa ipotesi è stata congelata dall’Agenzia del Demanio, ma il problema rimane e ormai da più di un anno Comune, Regione e Associazione piazza San Marco si stanno muovendo per cercare di metterci una pezza.

L'IDEA Tutelare le botteghe e i negozi storici si può: «Vietiamo i cambi di attività»

L’OBIETTIVO 
«Bene le iniziative già messe in atto da Comune e Regione affinché venga adottato un regolamento per la tutela, il decoro e la salvaguardia del patrimonio storico-culturale di Piazza San Marco. La proroga - commenta Andreuzza - concederebbe il tempo allo Stato per intervenire con l’Europa, proprio per escludere dalla direttiva tali zone e non farle rientrare nell’elenco di aree demaniali poste a bando, proprio per la sua unicità. Per questo il mio obiettivo è che il governo si attivi immediatamente. Il Governo prenda esempio dalla Francia che ha tutelato le attività storiche proprio perché rappresentano un patrimonio culturale inestimabile. È impensabile che i nostri caffè storici e le botteghe spariscano e vengano sostitute con qualche fast food internazionale». Soddisfatto il presidente dell’Associazione piazza San Marco, Claudio Vernier. «Apprendiamo con soddisfazione il lavoro che l’onorevole Andreuzza sta portando avanti da diversi mesi - conclude - e ci auguriamo che presto la politica ci dia le risposte di cui abbiamo bisogno».

SCHIACCIATI Rudy Celeghin lascia il banco del Filò: «Basta, troppa burocrazia»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci