Parmitano primo italiano a camminare nello spazio

Martedì 9 Luglio 2013 di Paolo Ricci Bitti
Luca Parmitano

Un sorriso grande come una mezza luna, intravisto tra i riflessi del casco: e che altro poteva fare il primo italiano che si trova a passeggiare tra le stelle, ovvero l’uomo pi felice quantomeno del sistema solare?

E che emozione anche per noi terrestri vederlo armeggiare a testa in giù sullo sfondo nero pece dello spazio per sistemare il gigantesco braccio meccanico della stazione. Una danza, quella tra lui e il collega Chris Cassidy, che avrebbe meritato un valzer di Strauss, tanto per stare sul sicuro nel campo delle citazioni.

Senza dimenticare l'effetto estraniante - per chi guarda - innescato dalla possibilità per gli astronauti di spostare oggetti pesanti centinai di chili con la semplice mossa di un dito: la forza di gravità, in queste passeggiate, non detta legge.

LA DEDICA ALL'ITALIA

Poco prima di avventurarsi all'esterno il maggiore siciliano ha dimostrato ancora una volta di voler condividere con tutti noi la sua esperienza: "Dedico questa prima passeggiata a tutta l'Italia e a tutti gli italiani. Ho il grande privilegio di vivere questa situazione e ne sento l'orgoglio e la responsabilità. Grazie, grazie a tutti". Frasi ripetute anche al rientro nella stazione avvenuto con un'ora di anticipo rispetto al previsto tanto sono stati abili Parmitano e Cassidy a eseguire i compiti assegnati.

Luca Parmitano si è lasciato alle spalle il portellone della stazione spaziale internazionale alle 14.30: un’ora e una data che vanno scritte sul calendario delle avventure spaziali iniziate con Gagarin nel 1961. Il pilota siciliano si è trovato sotto i piedi 400 km di spazio e ha dovuto resistere alla tentazione delle sirene che lo spingevano a guardare finalmente la Terra senza più nemmeno il “filtro” della finestra-cupola dell’Iss. Il dovere lo chiamava invece a iniziare le complesse operazioni di manutenzione della stazione per le quali si è allenato per mesi in gigantesche piscine. Difficile capire se l’emozione che l’ha preso, così come quando era entrato il 28 maggio nell’Iss contagiando il mondo con la sua gioia, veniva dal cuore oppure dal cervello che stava coordinando ordini e sensazioni dopo la fase di depressurizzazione che può dare una sorta di euforia degli abissi da subacquei.

ALBA E TRAMONTO

L’astronauta dell’Esa ha avuto 3 minuti di luce piena poi sull’Iss è calata la notte più nera come capita 16 volte ogni 24 ore perché la stazione viaggia a 28000 kmh. All'alba successiva dalla telecamera sul casco di Parmitano è stato possibile seguire inizialmente le sue mani guantate, su cui spiccava il logo dell'Agenzia spaziale italiana, alle prese con gli strumenti di lavoro e anche qualche scorcio di Chris Cassidy, il veterano americano che l’aveva preceduto dal portellone.

L'USCITA

L'appuntamento nell'auditorium dell'Esa e dell'Asi a Tor Vergata era per le 14 e all'ora dell'uscita la platea si è sciolta in un applauso quando si è visto che tutto stava funzionando in diretta streaming con www.asitv.it. La passeggiata è durata quasi otto ore, uno sforzo immane perché a questi esseri umani viene chiesto più o meno di impugnare attrezzi per le viti da occhiali con guanti a 12 strati, con il visore del casco ("spruzzato" d'oro per filtrare i raggi del sole) che non permette sempre una visibilità agevole sulla breve distanza.

LEOPARDI

Ogni gesto in altre parole, va misurato con estrema precisione e richiede abilità e sforzi sovrumani raggiungibili solo grazie a mesi di allenamenti. Parmitano, 36 anni, pilota collaudatore dell'aeronatica militare, instancabile twitter-fotografo delle maestosità terrene con immagini che sono sonetti leopardiani, alla vigilia aveva tuttavia raccontato di “un'esperienza spirituale” in vista di questa sua prima passeggiata. Il primato che lo attende (la bandiera tricolore non aveva mai fluttuato nello spazio) l'astronauta siciliano lo interpreta soprattuto come responsabilità di rappresentare l'Agenzia spaziale europea e l'Agenzia spaziale italiana e la vasta collettività di aziende e ricercatori universitari che permettono all'Italia di primeggiare nel club ristretto delle potenze spaziali.

IL MONDO E' UNO E SENZA FRONTIERE

“Essere qui in orbita sull'Iss – si legge nel suo blog sul sito dell'Esa (audio: http://blogs.esa.int/luca-parmitano/?lang=it) - fa sì che mi senta lontano dai problemi della terra. Mi piace essere collegato tramite internet e tenermi aggiornato con ciò che succede nel mondo e anche qui sulla stazione abbiamo questa disponibilità ma qui su mi sento lo stesso lontano soprattutto dai problemi e da tutti questi flussi negativi che uno può sentire leggendo le notizie quotidiane. Mi sento davvero distaccato. Paradossalmente una delle cose di cui solo ti rendi conto a questa distanza è che noi siamo abituati a pensare alla terra in termini di località, di luoghi diversi come per esempio i 5 contenti, città e vari paesi confinanti ma da quando sono quassù, mi sono reso conto che questa divisione ce la siamo inventata noi. Non esistono confini nel mondo! Il mondo è uno e senza frontiere! L’idea che sulla terra ci sia della gente che si batte, che uccide e che si fa uccidere per il potere di essere in un posto piuttosto che un altro è assolutamente aliena vista da qui. Questo fatto di vedere la terra come un luogo unico, come il fantastico gioiello che è, diventa una sensazione molto reale e molto tangibile”.

Ecco la scaletta della sua prima passegiata

Luca Parmitano ha raggiunto la zona della struttura della stazione orbitale nella quale si trova l’esperimento Misse 8, che studia il comportamento di alcuni materiali esposti allo spazio. Dalla scatola con i moduli dell’esperimento Parmitano ha recuperato due unità e le ha portate al sicuro nel modulo di depressurizzazione, ossia il modulo dal quale i due astronauti hanno lasciato la Stazione Spaziale.

ANTIMATERIA

L’astronauta ha fotografato il cacciatore di antimateria Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), il gigantesco strumento pesante 7 tonnellate e costato 2 miliardi di dollari, destinato a scoprire le tracce dell’antimateria e della materia oscura che occupa il 25% dell’universo. «Fotografare Ams è importante per avere un’idea precisa dello stato di salute di questo strumento», ha spiegato Claudio Sollazzo, direttore di missione Columbus dell’Agenzia Spaziale Europea). Le foto di Ams saranno poi esaminate dagli esperti a Terra. L’attesa della comunità scientifica è grande: basti pensare che che proprio in questi giorni sono stati presentati in Brasile i primi dati rivoluzionari di Ams, che hanno portato a rivoluzionare l’identikit dei raggi cosmici, le particelle cariche di energia che provengono dal cosmo ed ogni istante bombardano a miliardi la Terra. «Una volta smontati gli esperimenti - ha continuato Sollazzo, direttore di missione per conto di Esa - Parmitano si è recato sulla seconda zona di lavoro dove viene agganciato un braccio robotico utilizzando anche una piattaforma con calzari magnetici (una sorta di skateboard spaziale, ndr)».

SKATEBOARD SPAZIALE

Questo secondo percorso è stato effettuato a testa in giù Parmitano. Dopo aver percorso il traliccio della Stazione Spaziale verso destra e dopo aver smontato la struttura sulla quale installare i nuovi radiatori termici che permettono di bruciare l'energia in eccesso prodotta dai pannelli solari, Luca Parmitano e Chris Cassidy si sono spostati verso il lato sinistro del traliccio per ripetere un'operazione analoga con un altro radiatore.

BRACCIO ROBOT

Lungo la strada Parmitano si è fermato a smontare dal braccio robotico una videocamera rotta, che allungando il braccio ha passato a Cassidy, che l'ha portata la sicuro nella cabina pressurizzata dalla quale entrambi gli astronauti sono usciti per affrontare la passeggiata spaziale. L'ultima attività che ha impegnato gli astronauti ha dato il senso della nostalgia: hanno infatti coperto definitivamente al vecchio attracco dello Shuttle che è andato in pensione.

Dopo la passeggiata di oggi Parmitano ne compirà un'altra il 16 luglio per preparare l'istallazione del modulo russo Mlm cui verrà agganciato il Braccio robotico europeo che arriverà sulla Stazione spaziale agosto prossimo. Intanto ha incassato i complimenti del ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca Maria Chiara Carrozza, che gli ha inviato un

messaggio di congratulazioni per il traguardo raggiunto oggi. «Complimenti a astro_luca per questa passeggiata storica. Aspettiamo altre foto dallo spazio!».

LO ZAINETTO A RAZZI

Ma che cosa significa passeggiare nello spazio? E non c'è il rischio di precipitare sulla Terra o – peggio o meglio? - di perdersi nello spazio come abbiamo visto millanta volte al cinema?

Grazie a Delfina Bartolotto e alla bella intervista pubblicata da ilsussidiario.net, la responsabile dell'unità Microgravità dell'Asi ha spiegato parecchie cose. Gli astronauti sono sospesi nel vuoto spaziale, vuotissimo: in quell'orbita non vi sono neppure particelle di gas. E poi non è che non ci sia la gravità, anzi, da quelle parti è solo il 10% in meno rispetto alla Terra, ma è la forza centrifuga ad annullare l'attrazione del pianeta visto che la Iss sfreccia a 28mila kmh. Se ci si sgancia dai cavi di sicurezza – assai assai remota evenienza – entra in funzione una zainetto a 24 razzi che riporta l'astronauta all'Iss (uno zainetto a razzi! Babbo Natale, lascia perdere la spada-laser, quest'anno sarò buonissimo, ndr).

UNA TUTA PIENA DI TUBI

La tuta, modello americano (e si vede, per quanto è goffa e appesantisce), è componibile e a 12 strati e contiene una ragnatela di tubi che avvolgono l'astronauta per permettergli anche di rifocillarsi e pure qualcos'altro, visto che otto ore sono sempre otto. Dodici strati servono anche perché tra stare all'ombra e tra stare al sole a 400 km di altezza c'è una discreta differenza: da meno 100 gradi a più 120 gradi e non è dato sapere che livello di protezione serve in fatto di creme solari quando si passa in pochi istanti dallo stato di sofficino a quello di pollo arrosto. E poi, quando si esce all'aperto, c'è l'effetto depressurizzazione tipo quello dei subacquei. Altro aspetto da affrontare con un durissimo allenamento.

BAMBINO GESU'

Rientrato esausto nella stazione, Parmitano non si è potuto nemmeno concedere una doccia (non c'è sull'Iss) ma la sua soddisfazione era comunque ben visibile. Mercoledì lo attendeva una giornata di assoluto riposo, ma l'astronauta dedicherà comunque nel pomeriggio un collegamento ai piccoli ricoverati al Bambino Gesù di Roma che nei giorni scorsi gli hanno "spedito" bellissimi disegni.

Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 13:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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