Mondiali di nuoto, Marchand trionfa anche nei 200 misti. Chalmers è il nuovo Re dei 100 stile libero

Nessuna medaglia per l'Italia

Giovedì 27 Luglio 2023 di Piero Mei
Mondiali di nuoto, Marchand trionfa anche nei 200 misti. Chalmers è il nuovo Re dei 100 stile libero

Il mercoledì nero, il giovedì vuoto: e da domani, ai mondiali di nuoto a Fukuoka, l’Italia rimette in vasca i grossi calibri come Simona Quadarella che, nella notte italiana, sarà impegnata nelle batterie degli 800 stile libero, quarto heat, corsia 3, vicina di corsia, alla 4, Katie Ledecky, aspettando magari il multitasking Ceccon sabato nei 50 dorso e Benny Pilato, “maturata” con 100 e lode, impegnata nei “suoi” 50 rana (sabato batterie e semi, domenica finale).

Quella di oggi è stata un’altra festa nazionale australiana: su cinque finali, tre portano l’oro dall’altra parte del mondo, una al Canada con la ragazzina terribile Summer McIntosh e una a Marchand, un’altra, il “protegé” americanizzato di Phelps.

L'inno tormentone

“Advance Australia Fair”, l’inno nazionale australiano, è il tormentone dell’estate a Fukuoka: va più forte di “Idol”, del duo Yoasobi, he furoreggia nelle piattaforme e nello streaming. Questa volta è risuonato per la “gara delle gare”, i 100 stile libero, che ha visto la vittoria (47.15) di Kyle Chalmers, per i 50 dorso femminili con Kaylee McKeown che, 27.08, ha costretto alla resa l’ennesima americana senza oro, Regan Smith, 27.11, e, soprattutto per la staffetta lunga, la 4x200 stile libero, che le australiane, che disponevano di Mollie O’ Callaghan, la donna che s’è presa il record di Federica Pellegrini, e di Ariarne Titmus, che le fu seconda, hanno vinto con il record del mondo, 7:37.50. Questo crono ha triturato di quasi due secondi il 7:39.29 sempre dell’Australia ai Giochi del Commonwealth di Birmingham 2022, quelli che potrebbero essere stati gli ultimi Giochi dedicati all’ex impero britannico, visto che quelli del 2026 previsti a Victoria, Australia, sono stati cancellati dagli organizzatori e si sta cercando, con scarso successo fin qui, l’alternativa.

Chalmers: amore, tatuaggi e nuoto

Kyle Chalmers è l’uomo dell’ultima frazione, quello che nella staffetta 4x100 ha recuperato lo svantaggio e trasformando l’oro vicino dell’Italia in un bell’argento. Anche nella gara individuale ha vinto con una seconda vasca imperiale. Al tocco di metà gara era infatti settimo e ultimo (23.04) in parità con il cinese Pan, mentre tutti gli altri sei erano sotto i 23 secondi, il più veloce un americano nuovo, Jack Alexy, 22.48. Di questo ventenne del New Jersey, che da ragazzo ha battuto qualche record di Dressel (a proposito: Caeleb che si era allontanato dalla vasca cercando la propria salute mentale, se non altro ha trovato la paternità; ha annunciato, lo stesso giorno di mamma Federica, che la sua Megan gli darà un figlio a febbraio) si sentirà parlare come di tanti altri suoi compagni di squadra, giovanissimi, in penombra a Fukuoka ma con nel mirino Parigi.

Di Chalmers, invece, si parla subito: è del ’98, aveva vinto ori ovunque meno che al mondiale; voleva smettere in odio ai media proprio durante i Giochi di Birmingham, perché troppo si interessavano al triangolo amoroso che coinvolgeva lui, la sua fidanzata nuotatrice Emma McKeown e il suo rivale di vasca e d’amore Cody Simpson, che aveva il vantaggio di essere pure un rocker famoso, il che, come attrattiva di “lover”, aiuta. Poi ha deciso di continuare anche incoraggiato da uno sguardo ai tanti tatuaggi che esibisce, tra i quali su di un polpaccio la firma autografa di Adam Peaty che s’è fatto tatuatore per l’occasione, e sul petto “Nur die starken uberleben”, solo i forti sopravvivono, scritta in tedesco perché era la sua materia preferita a scuola.

Chalmers ha un nuoto devastante, come sa Ceccon, e adesso anche Alexy e perfino il rumeno Popovici, il previsto fenomeno che dopo essere stato giù dal podio nei 200, ne è rimasto fuori, sesto in 47.83, anche nei 100. Preparazione non ottimale? Troppe pressioni per un ragazzo (è del 2004)? Prossima o già attuale vittima della salute mentale?

 

Girls from Australia

Mollie O’ Callaghan (1:53.86) ha nuotato straordinariamente la prima frazione della 4x200; del resto aveva appena fatto l’1:52.85 che ha messo in secondo posto (ma non in secondo piano) l’ex primato del mondo della Pellegrini; la seconda australiana, Shayna Jack (1:55.63) si è tuffata con un margine impressionante, ma ha dovuto fare i conti con la seconda frazionista americana, che era lei, Katie Ledecky. Katie ha nuotato la distanza in 1:54.39 che è stata la quarta di tutte e la terza lanciata; al terzo turno, con l’australiana Brianna Throssel, 1:55.80, c’è stato un ulteriore recupero delle statunitensi grazie a Bella Sims, 1:54.64, che si prendeva il primo posto.

Ma l’Australia aveva l’asso nella manica: Ariarne Titmus. Ariarne nuotava lanciata in 1:52.41, ritmo da pazzi; recuperava l’oro e pure quel record del mondo di cui si è detto.
Si farebbe torto alla staffetta (ed alle prossime scintille sui 200 stile femminili) e non si ricordasse l’1:53.97 della McIntosh in seconda frazione canadese, sì, proprio lei, la sedicenne Summer che in apertura di sessione aveva vinto l’oro nei 200 farfalla: è un’altra multitasking, molti stili ad antidoto dell’ossessione. E va segnalato il bronzo della rinascente Cina.

Tre su tre

Léon Marchand si prende anche i 200 misti; il francese, che vive e si allena all’ombra di Bob Bowman, il “creatore” di Phelps, e che Michael stesso si coccola come fosse un suo fratello minore, ha così fatto tre gare individuali e vinto tre ori. Lo sottolinea ancora in acqua, alzando la mano destra e piegando pollice e mignolo. E’ il massimo del suo entusiasmo: “E’ untile sprecare energie nell’esultanza”.

Dopo aver battuto l’ultimo record individuale di Phelps nei 400 misti, ora punta a quello di Ryan Lochte nei 200, l’1:54.00 che fu il primo dell’era post-costumoni e che regge dal 2011. “Qui è la prima volta che ho nuotato 1:54.82, sotto l’1:55. Devo partire più veloce, poi nella rana e nello stile libero ci sono; devo solo finire un più potentemente”. In attesa di Lochte, intanto Léon si è preso il record europeo, togliendolo a Laszlo Cseh. E Parigi 2024 è pronta a farne ora il testimone e poi l’idolo.

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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