Fondazione Canova, la lettera di Sgarbi: «Bufera mediatica orchestrata da inetti ed ignoranti: mi aspettavo un grazie non insulti»

Venerdì 2 Febbraio 2024, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:44

INSINUAZIONI
Non bastando questo, due giornalisti, seguendo sospetti e insinuazioni di un restauratore, inventano crimini su due quadri inesistenti, mai visti da nessuno, e che grazie a me esistono, se ne parla. È quello che ho fatto tutta la vita: vedere quadri, cercare quadri, consigliare quadri. I cinque stelle non possono capire: la scoperta di un quadro è una festa, e il suo destino è restituirlo alla comunità, se è un bene pubblico, acquistarlo e restaurarlo se è un bene privato. Mai venderlo. Di questo è testimonianza una collezione unica, che io, senza mai un profitto, ho costituito con cinquecento quadri, notificati, ovvero fatti vincolare da me per testimoniare la mia ricerca. Un dato oggettivo e in contrasto con la vicenda di cui sono chiamato a rispondere per le menzogne di un restauratore, spesso inadeguato. Che senso ha che il Parlamento si occupi di una copia di un pittore caravaggesco, Valentin de Boulogne, trovata sporca in una casa, acquistata da un amico che sperava in un'attribuzione mai fatta né da me né da altri, e che, non avendo trovato l'attenzione sperata, viene mandato, certo non da me, a Montecarlo, con una certezza: che il suo valore dichiarato, diecimila euro, non può crescere ed è sotto la soglia per la quale è previsto un permesso di esportazione. Temi tecnici, ma io cosa c'entro? E chi poteva parlare del quadro, del dipinto, non pubblicato, non notificato, prima che io lo avessi trovato? Che materia è, per una trasmissione che mi accusa di quello che non ho fatto, con una non intervista in cui io ho manifestato il mio malumore verso due che non mi intervistano, ma mi registrano?
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