Rapina a Cavallino, il sospetto "tassista" dei banditi dell'assalto finisce di nuovo in cella dopo la scarcerazione

Lunedì 26 Febbraio 2024, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 08:08
Rapina a Cavallino, il sospetto "tassista" dei banditi dell'assalto finisce di nuovo in cella dopo la scarcerazione
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CAVALLINO TREPORTI (VENEZIA) - È di nuovo in cella Sandro Levak. A una settimana dalla tentata rapina a mano armata in casa della famiglia Biondo, a Cavallino Treporti, per il 55enne sinti residente a Maserada (Treviso) si sono spalancate di nuovo le porte del carcere di Treviso. L'uomo, accusato di essere il "tassista" del commando che domenica scorsa 18 febbraio assaltò l'abitazione, era stato scarcerato giovedì. Il gip trevigiano Marco Biagetti, dopo aver convalidato il fermo e analizzato l'ordinanza, aveva disposto per il 55enne il solo obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Una misura ritenuta congrua per evitare il pericolo di fuga, circostanza per cui era scattato il fermo. Ieri il colpo di scena: una nuova ordinanza emessa dal gip di Venezia Benedetta Vitolo su richiesta del pm Elisabetta Spigarelli. Che cosa ha rafforzato il quadro probatorio al punto da convincere gli inquirenti a disporre una nuova misura? I filmati delle telecamere, nel frattempo acquisiti nel fascicolo d'inchiesta. A pesare sulla decisione del giudice trevigiano era stata infatti la mancanza nell'ordinanza dei video che avrebbero ripreso i tre rapinatori scendere dall'Opel Astra di Levak. «Impugneremo l'ordinanza al tribunale del Riesame - assicura il difensore dell'indagato, l'avvocato Andrea Zambon -. Analizzeremo eventuali ulteriori elementi probatori ma nel materiale raccolto finora non c'erano prove del suo coinvolgimento».

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