Rapina a Cavallino, il sospetto "tassista" dei banditi dell'assalto finisce di nuovo in cella dopo la scarcerazione

Lunedì 26 Febbraio 2024, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 08:08


L'ACCUSA


Secondo gli inquirenti, le immagini delle telecamere di sicurezza ritraggono l'Opel Astra bianca di Levak qualche minuto prima della rapina, all'incrocio tra via Della Fonte e via Pordelio, ad una cinquantina di metri dall'abitazione della famiglia Biondo: l'ipotesi è che da quell'auto siano scesi i tre rapinatori che poi, all'interno dell'abitazione, hanno sparato ad Alberto Biondo, colpendolo ad una gamba, e percosso il padre Maurizio più volte alla testa con il calcio di una pistola. Nella fuga, con armi in pugno e passamontagna calato in volto, sono stati visti da due automobilisti. Nell'auto di Levak, perquisita dai carabinieri, non sono state ritrovate armi: i militari dell'Arma hanno posto sotto sequestro tre telefoni cellulari. Il 55enne commercia auto usate ed è sotto sfratto dal casolare di via Verdi, a Maserada, dove era stato ammanettato dopo l'assalto. In passato è stato condannato per tentata estorsione, furto e truffa. Ma anche per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, guida in stato di ebbrezza e per aver utilizzato telefoni cellulari nonostante gli fosse stato espressamente vietato dall'autorità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA