Rialto, nuovo oltraggio Scritte anche sui masegni

Martedì 30 Aprile 2019
Rialto, nuovo oltraggio Scritte anche sui masegni
VANDALISMI
VENEZIA Quel Seba 77 che è l'autore o il destinatario del graffito comparso lo scorso fine settimana sui masegni del ponte di Rialto sarà magari soddisfatto di vedere il suo nome su uno dei monumenti più fotografati del mondo. In realtà, c'è poco da essere orgogliosi della propria barbarie e, anzi, lui e i suoi amici dovrebbero essere un po' preoccupati, visto che i loro movimenti sono stati ripresi.
IL DETURPAMENTO
Il fatto è avvenuto sabato sera, neanche troppo tardi, ad opera di un gruppo di giovani, maschi e femmine, accovacciati a terra sulla sommità del ponte e incuranti del passaggio della gente. All'inizio, chi ha visto, sembrava che fossero scritte con il carboncino e per quello in tanti avevano lasciato perdere. Poi, invece, dopo due giorni di pioggia e migliaia di passaggi sopra, la scritta è rimasta, assieme ad un cuore disegnato un paio di gradini più sotto in direzione Erbaria. Graffiti eseguiti con un pennarello nero indelebile e quindi con la consapevolezza di voler lasciare un segno permanente.
È il segno che il ponte, restaurato e ripulito con un intervento da 5 milioni è di nuovo sotto il tiro del primo che lo voglia imbrattare, visto che la sera manca la sorveglianza. Pochi giorni fa, una ditta mandata dal Comune ha ripulito una serie di scritte sulle pareti esterne del ponte, prima che potessero indurre altri a scrivere accanto. È però evidente che la pulizia immediata è solo il primo degli interventi da fare. Poi, serve la sorveglianza.
I COMMERCIANTI
«Lo abbiamo visto subito quel graffito - spiegano i commercianti del ponte - e auspichiamo che sia ripulito al più presto, prima che qualcuno scopra di avere a disposizione una grande lavagna su cui sbizzarrirsi. Bisogna pulire sempre, come abbiamo fatto noi con le nostre saracinesche e come ha fatto il Comune sulle pareti intonacate di fresco. Però - continuano - è innegabile che il ponte debba essere sorvegliato perché qui si vedono ben pochi controlli. Di giorno c'è un grosso problema dei borseggi ai danni dei turisti che si fanno le foto, figuriamoci di notte, quando non c'è nessuno. Noi avevamo proposto di installare telecamere all'interno delle nostre vetrine puntate verso l'esterno e lasciarle in uso a Comune e forze dell'ordine. Ma nessuno ci ha ascoltati».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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