Le ansie del cuore secondo Covacich

Giovedì 14 Febbraio 2019
IL LIBRO
Un insieme di quadri sentimentali, racchiusi in un'unica cornice, il nuovo libro di Mauro Covacich Di chi è questo cuore (ed. La nave di Teseo, 246 pagine, 17 euro) appena uscito nelle librerie. Dopo aver raccontato (ed essersi raccontato) della città natale ne La città interiore, l'autore triestino ambienta il nuovo romanzo nella città dove vive da anni assieme alla sua compagna, Roma, e da dove parte e torna il protagonista, suo alter ego letterario, con pensieri e viaggi di lavoro e di piacere.
Il cuore del titolo di copertina è quello stesso dello scrittore, al quale viene diagnosticata una disfunzione cardiaca che lo mette di fronte all'obbligo di porre fine alla sua intensa attività fisica di podista e nuotatore, costringendolo anche a fare i conti con i primi segnali di invecchiamento: la mezza età non è ancora anzianità, ma i segnali di logoramento iniziano a percepirsi anticipando, in qualche modo, il futuro.
LA MEZZA ETÀ
In ogni caso, Covacich si sofferma sul presente, sulla necessità precauzionale di rallentare il passo, che lo spinge da una parte a osservare con ancora maggior attenzione la vita che gli scorre accanto, fatta di persone care e altre appena sfiorate, così come pure a interrogarsi sui propri sentimenti e sul suo essere scrittore, creando all'interno del romanzo addirittura un secondo alter ego del suo protagonista, al quale nelle pagine del libro fa visita a casa prima di notte e poi anche nelle giornate in cui abita da solo l'appartamento condiviso con la compagna. Un ospite non invitato, più grasso di lui grasso, trasandato, fumatore impertinente, che ben lo conosce e lo invita via via a mettersi a nudo (come lo è stato fisicamente durante la visita con la cardiologa) con sè stesso e con i lettori. Il protagonista non abita nella Roma delle finzioni televisive o cinematografiche, e neppure in quella dei turisti. Con la compagna Susanna abita in un appartamento dell'ex Villaggio Olimpico, vicino all'Auditorium Parco della Musica. Frequenta una palestra alla moda, va in piscina e corre per strade e aree verdi, incontrando persone con le quali scambia al massimo poche frasi ma che affollano le sue riflessioni sull'identità e possibili conseguenze degli incontri.
VITA DIFFICILE
Ci sono gli ospiti, semi sconosciuti in fondo, che da tutta Italia invitano il protagonista agli incontri in cui parlare dei suoi libri, tra cene, viaggi in auto; i cani, ora randagi e ora alla catena, che incrocia sugli argini del Tevere dove va a correre; le conversazioni con gli amici più stretti a pranzo o durante qualche aperitivo; una varia umanità fatta di lavavetri, mendicanti, zingari e barboni che abita la Roma Nord nella quale si viene a trovare ogni volta che esce da casa, figure spesso fisse e abituali, paragonate agli alberi dei viali e dei parchi, sempre presenti nelle loro rispettive solitudini fino a quando una calamità, o l'azione umana, non li abbatte.
C'è l'anziana madre, rimasta vedova a Trieste, che ritrova un motivo di consolazione grazie a Facebook, strumento sociale con il quale può condividere le sue piccole passioni con vecchie persone ritrovate e sconosciuti diventati nuovi amici virtuali, trovando così un motivo di sentirsi viva.
E c'è un giovane studente, morto a Milano in seguito a una caduta accidentale notturna da una finestra dell'albergo dove alloggiava con i compagni di scuola in gita. Una morte reale, risalente al 2015, di cui si sono occupate le cronache dell'epoca, sul quali lo scrittore riflette da lontano, senza mai averlo conosciuto, ossessionato dalle modalità del tragico incidente.
LA REALTÀ CIRCOSTANTE
Il cuore malato dell'autore è simile e allo stesso tempo diverso dai tanti altri cuori e anime che abitano i suoi sogni notturni, la sua vita, la Roma dove vive, allargandosi al mondo e alla storia. In mezzo a tante malinconie, un finale di speranza è incarnato da Arcimboldo, il barbone straniero che dorme all'aperto e al quale Covacich fa ogni giorno l'elemosina, che lui spende al supermercato in vino dozzinale. È Arcimboldo che un giorno, all'improvviso, decide che è giunto il momento di smetterla di campare ai margini dell'esistenza e di tornare a casa, per riappropriarsi della propria identità di uomo sociale con famiglia, rivelando per la prima volta allo scrittore il suo vero nome e quello del paese natale dove si appresta a fare ritorno.
Lorenzo Marchiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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