Lartigue, la felicità è tutta in uno scatto

Domenica 12 Luglio 2020
LA MOSTRA
Che cos'è la felicità? Un salto. Anzi un salto immortalato da um fotografo. Un grande inventore di immagini come Jacques Henri Lartigue, un geniaccio della macchina fotografica, francese di nascita (1894-1986) che ha attraverso il Novecento lasciandoci uno sterminato archivio dal periodo della Belle Epoque fino agli anni Settanta e Ottanta, documentando con fascino, charme e leggerezza, soprattutto anni difficili, mettendoci un pizzico di spregiudicatezza, di gioia di vivere e di sensualità raffinata. È stata inaugurata ieri alla Casa dei Tre Oci, alla Giudecca, dal neo presidente della Fondazione di Venezia, Michele Bugliesi, la mostra L'invenzione della felicità (fino al 10 gennaio, aperto da venerdì alla domenica, dalle 11 alle 19), a cura di Marion Perceval, Charles-Antoine Revol e Denis Curti, con l'organizzazione di Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di Venezia, che ripercorre l'itinerario artistico di Lartigue con 120 fotografie di cui 55 inedite, oltre ad album, lettere dell'autore. E quello che emerge è proprio il tocco felice dell'immagine che sorprende per la plasticità dei movimenti dei soggetti immortalati. Innumerevoli le figure - uomini, donne, bambini - bloccati nell'attimo della felicità e dell'appagamento, in quell'istante che ci fa sentire tutti un po' pazzerelli, capaci di sfidare il destino, davanti ad una macchina fotografica.
I POLPACCI DI PICASSO
Ed ecco ad esempio la figura plastica in volteggio di Richard Avedon; i polpacci di Pablo Picasso che si sottopone all'agopuntura; i colleghi fotografi sorpresi dalla macchina fotografica in pose divertenti; i familiari di Lartigue invitati a travestirsi da fantasmi mentre spiccano il volo in un'atmosfera leggiadra e scanzonata. Ci sono i paesaggi, le immagini in prospettiva che raccontano di un Lartigue che si misura con la realtà, che la disegna e la descrive prendendo spunto dalle cronache. Ma dove Lartigue dà il meglio di se è nel ritrarre le donne. Le immagini sono delicate, fascinose, ammaliati, mai dure. I ritratti e le pose di una Renèe Perle sul divano mentre guarda l'obiettivo o sul balcone, si offrono al visitatore in tutta la loro poesia lasciando spazio alla fantasia. Ne sono testimonianza i primi piani delle mani affusolate di donna, con le unghie smaltate e l'anello, mentre il ritorno al quotidiano arriva con il ritratto delle moglie Madelaine Messager seduta sul wc, con un sorrisetto dolce e sornione, fino a Coco distesa al sole a petto nudo sulla spiaggia. Insomma, un vero e proprio viaggio nella cultura borghese del Novecento, soprattutto nella prima parte del secolo scorso, che si conclude con le ultime opere più glamour.
GLI OGGETTI DI DUCA
Sempre alla Casa dei Tre Oci, di grande effetto e ricca di spunti interessanti, anche la piccola ma intrigante mostra Da Vicino del fotografo marchigiano Daniele Duca (fino al 16 settembre) che trasforma una serie di scatti (grucce, penne, forbici, pasta, peperoni, spazzolini con il dentifricio) in nature morte. Si tratta di oggetti in spazi indefiniti che offrono una loro visione nuova e divertente costringendo il visitatore a strabuzzare l'occhio alla ricerca della forma.
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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