LA STORIA
Torna a Istanbul uno dei tre ritratti di Maometto II dipinti dal veneziano

Domenica 27 Settembre 2020
LA STORIA
Torna a Istanbul uno dei tre ritratti di Maometto II dipinti dal veneziano Gentile Bellini (e dalla sua bottega) attorno al 1480. È stato messo all'asta a fine giugno dalla londinese Christie's e se l'è aggiudicato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, per l'equivalente in sterline di poco più di un milione di euro (la base d'asta era circa la metà). Il quadro era stato contrabbandato fuori dalla Turchia nel 1922, verosimilmente approfittando della confusione al momento della fine dell'impero ottomano. Si tratta di uno dei tre ritratti noti di Mehmet II, detto Fatih, il Conquistatore: era stato lui, nel 1453, a 21 anni d'età, a prendere Costantinopoli e a farne la capitale dello stato ottomano, ed era stato proprio lui a trasformare in moschea la basilica bizantina di Santa Sofia, poi divenuta museo, quindi tornata moschea poche settimane fa. Il più celebre dei ritratti si trova alla National Gallery di Londra, donato al museo britannico nel 1916 da Lady Layard, vedova dell'archeologo Sir Henry Layard (aveva scoperto Ninive, in Mesopotamia) che era andato a vivere a Venezia e aveva acquistato il quadro dopo che gli era stato proposto a un prezzo irrisorio. Quello venduto pochi giorni fa è l'unico che ritrae una seconda figura (forse il figlio Cem) ed era l'unico ancora in mani private, ora appartiene alla città di Istanbul.
RITORNO ALL'ORIGINE
Lo ha annunciato nello scorso giugno proprio il sindaco Imamoglu in un tweet: «Grande notizia!», e dopo aver affermato che la municipalità ha acquistato il dipinto ha concluso: «Siamo entusiasti e non vediamo l'ora di dare quanto prima il benvenuto a Istanbul a questo celebre capolavoro». Fin qui la notizia. Per spiegare il perché il quadro sia finito a Istanbul c'è bisogno di qualche riga in più. Il sultano Mehmet II (che spesso viene chiamato Maometto II) è stato colui che ha allargato i confini dell'impero a oriente (Trebisonda) e occidente (Albania strappata ai veneziani e Moldavia), oltre che, come detto aver trasferito la capitale a Costantinopoli. Una figura di prima grandezza, quindi, e possedere il suo ritratto è una precisa operazione politica.
OPERAZIONE POLITICA
La Turchia di oggi, guidata da Recep Tayyip Erdogan, intende assumere il ruolo di leader del Medio oriente che era stato degli ottomani. Lo stesso Erdogan è un ammiratore del passato ottomano, ma, da buon musulmano, non ama la ritrattistica (l'islam vieta di riprodurre figure umane); ecco quindi che entra in scena il suo oppositore Ekrem Imamoglu, la cui elezione a sindaco di Istanbul, nel giugno 2019, è stato il primo importante smacco politico inferto a Erdogan. Acquistare quel quadro ha assunto il significato di un'ulteriore sfida al sultano Erdogan nonché di un occhio strizzato ai nazionalisti cercando di romperne il fronte, finora schierato con il presidente/sultano. Secondo Hurriyet, il quotidiano più importante della Turchia, il dipinto sarà temporaneamente esposto, con ingresso gratuito, a Saraçhane, ovvero nella sede del vecchio municipio, nel centro storico stambuliota. Dopodiché sarà trasferito in un museo da restaurare e riadattare che però l'amministrazione cittadina al momento non ha ancora individuato.
L'ATTRIBUZIONE
Il quadro è attribuito alla bottega di Gentile Bellini e rappresenta Mehmet II Fatih (Maometto II il Conquistatore) assieme a un'altra figura glabra e di età più giovane. Su chi sia questo secondo personaggio ci sono varie ipotesi. La più accreditata è quella espressa da Ilber Ortayli, già direttore del museo Topkapi, secondo cui si tratta di Cem Sultan, uno dei figli di Mehmet, quello che perde la lotta per la successione con il fratello, divenuto il sultano Bayezid II il Giusto. L'esistenza di Cem è stata particolarmente sfortunata: dopo aver perso una battaglia contro le truppe del fratello, finisce prigioniero dei francesi che dopo sei anni lo consegnano a papa Innocenzo VIII. Questi utilizza Cem come uno spauracchio nelle varie trattative con il sultano ottomano: minaccia di liberare il fratello, che rimaneva pur sempre un pretendente al trono, qualora Bayezid non scenda a patti. Nel 1494 il nuovo papa Alessandro VI consegna Cem a Carlo VIII, nel frattempo sceso in Italia con le sue truppe. Un anno dopo Cem muore a Capua, prigioniero dei francesi. Chi non condivide l'identificazione con Cem Sultan del secondo personaggio ritratto nel quadro, sostiene che un membro della famiglia imperiale dovrebbe avere la barba, mentre, come detto, la persona ritratta è glabra. Tuttavia è alla stessa altezza e della medesima dimensione del sultano e quindi non poteva essere inferiore a lui per rango. L'ipotesi è che potesse eventualmente trattarsi di un personaggio dei territori da poco annessi della Serbia o dell'Albania, ma seppur possibile, appare poco probabile.
UN BON DEPENTOR
L'invio di Gentile Bellini alla corte del sultano a Costantinopoli è stata una clamorosa azione di marketing artistico-politico da parte della Serenissima. L'artista ci arriva nel 1480, dopo che il sultano aveva chiesto un «bon depentor che sapia retrazer». Lì Gentile dipinge i tre quadri che ritraggono il sovrano. Dopo aver conquistato Costantinopoli nel 1453 e aver combattuto e vinto una lunga guerra con i veneziani durata sedici anni, strappando numerosi territori alla repubblica, poco prima del 1480 il sultano ritiene giunto il momento di riavvicinarsi all'Europa. Mehmet II parla latino e greco, è un raffinato studioso, collezionista, amante dell'arte, nonché ammiratore dell'occidente europeo e quindi invita alla sua corte alcuni artisti occidentali, tra i quali Gentile è il più famoso. Bellini si ferma due anni sul Bosforo, mentre il sultano costruisce il nuovo palazzo imperiale; ne orna una stanza da bagno con pitture lascive, dipinge una veduta di Venezia e alcuni ritratti che sono andati perduti. Esegue anche vari schizzi di cortigiani, giannizzeri, dervisci, e un autoritratto che invece si conservano. Non si sa come e quando il Ritratto di Maometto II oggi a Londra sia giunto a Venezia. Potrebbe essere stato lo stesso Gentile a portarlo con sé, realizzando in tal modo la volontà di Mehmet II di mostrare le proprie fattezze agli europei, oppure potrebbe essere stato venduto a qualche mercante veneziano dopo che il figlio e successore Bayezid II, nel suo rifiuto totale per l'arte figurativa, aveva mandato al bazar tutti gli oggetti d'arte raccolti dal padre. Maometto il Conquistatore, in ogni caso, muore pochi mesi dopo essere stato ritratto da Bellini. Tutte le altre opere realizzate da Gentile nel Topkapi sono andate purtroppo perdute.
Alessandro Marzo Magno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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