L'abbraccio di tutta l'isola a Davide Zane

Giovedì 20 Giugno 2019
BURANO
Il duomo di Burano non è riuscito a contenere tutti coloro che ieri mattina hanno voluto porgere l'ultimo saluto a Davide Zane, giovane di 22 anni che ha perso la vita nella notte fra il 14 e il 15 giugno in un incidente stradale in via Saccagnana, a Cavallino-Treporti.
La bara è stata posata a terra e su di essa sono stati posti un cuscino di fiori, un mazzo di rose e la maglia numero 10 della squadra di calcio del Burano, militante in terza categoria. La maglia con il numero di Messi - è stato spiegato - il soprannome calcistico di Davide; il calcio, infatti, era la sua passione, persino defatigante dal lavoro: prima il giovane Zane lavorava nel settore dei trasporti di bibite, ma da appena due settimane aveva iniziato a fare il barista in un piccolo locale di Burano. Le esequie sono state celebrate da don Enzo Piasentin, arciprete di Burano, mentre se ne è occupato Nicola Soffiato, che con il padre è titolare di un'agenzia di servizi funebri ma soprattutto è il presidente della squadra di calcio dell'isola.
IL VANGELO
Don Enzo ha citato passi del Vangelo secondo Giovanni: «Questa morte così tragica di un nostro giovane fratello ci turba molto - ha detto nell'omelia - ma proprio Gesù invita i discepoli a non essere turbati e ad avere fede in Dio e in Lui. Davide adesso è oltre la vita». Davide Zane viveva con il padre Andrea, che lo aveva allevato assieme agli zii da quando la mamma era morta; Davide aveva appena tre anni. «Forse questa era la ragione dei suoi lunghi silenzi - è stato osservato - ma ora è con sua madre, che in vita o in cielo non ha mai smesso di amarlo». Altri lati del suo carattere sono stati tratteggiati dai pensieri che gli amici hanno voluto dedicargli: «Aveva una meravigliosa timidezza, dolce elemento distintivo in una persona rara, un tesoro inestimabile».
GLI AMICI
E ancora: «Il più buono di tutti, dal ciuffo biondo e ribelle, ma sempre in ordine. L'ultimo a lasciare lo spogliatoio, tanto sentiva la responsabilità della squadra. Incitava tutti e ricopriva senza protestare il ruolo che si rendesse necessario durante la partita; mai lo abbiamo udito rimproverare un compagno». Ai compagni di gioco di Burano si sono uniti i giocatori del Treporti, squadra nella quale Davide aveva militato negli anni precedenti. Al termine della funzione religiosa, molti si sono inginocchiati in lacrime per toccare la bara. Particolarmente toccante il momento in cui il padre Andrea, prostrato dal dolore, si è accasciato per un tempo lunghissimo accanto al feretro del figlio, tanto da non voler più distaccarsene. Alla fine è stato dolcemente sollevato da braccia pietose.
Tullio Cardona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci