IL PROGETTO
«Una società senza sogni non ha avvenire. Non importa quante

Mercoledì 23 Giugno 2021
IL PROGETTO «Una società senza sogni non ha avvenire. Non importa quante
IL PROGETTO
«Una società senza sogni non ha avvenire. Non importa quante volte si cade, conta il modo in cui ci rialziamo». Gianni Forte, condirettore assieme a Stefano Ricci (ricci/forte) della sezione Teatro della Biennale, introduce così al progetto del 49° Festival del Teatro che dal 2 all'11 luglio riporta protagonisti della scena internazionale a Venezia. E annuncia: «Sarà una Biennale da combattimento», perché dopo il congelamento legato al Covid serve una scossa, una «sinfonia pubblica incandescente», perché la parola poetica «ha la potenza rivoluzionaria di risvegliare l'uomo nell'uomo» (www.labiennale.org).
IL PROGRAMMA
Sono 13 gli spettacoli nel cartellone intitolato blue. Inaugura il Festival il 2 luglio il Leone d'oro Krzysztof Warlikowski con We are Leaving tratto dall'israeliano Hanoch Levin, spettacolo corale, intinto di umorismo nero che vira in tragedia. Colpisce duro l'ungherese Kornél Mundruczó con Hard to be a God (6-7 luglio) portando in scena con Proton Theatre un mondo di brutalità e prevaricazione per interrogarsi su libertà e destino, bene e male. Il mondo degli ultimi è al centro anche dello spettacolo di Roberto Latini, in dialogo con un testo estremo di Giovanni Testori: In exitu (7 luglio). Il teatro si fa canto dolente per Danio Manfredini, autore e interprete con il musicista Francesco Pini di Nel lago del cor (4 luglio) che con una suggestione dantesca allude all'inferno che sono stati i lager. L'interrogativo sulla vita e sull'identità è invece alla base di Altro stato di Lenz Fondazione, che rilegge La vita è sogno di Calderón de la Barca (6-7 luglio) Con il Leone d'argento Kae Tempest la poesia, nella sua dimensione originaria di racconto orale, si trasforma in energia bruciante, mescolando la metrica ai ritmi rap nel live The Book of Traps & Lessons che tratta di povertà e consumismo (10 luglio).
TRA PAROLA E SUONI
Thomas Ostermeier con Qui a tue mon pére affida un testo autobiografico all'interpretazione di Edouard Louis, facendo nomi e cognomi di uomini di stato che hanno distrutto il welfare piegando corpo e dignità dei più fragili (8 luglio). E cosa sia vero ai tempi della post-verità è la domanda cruciale di The Mountain, ultimo lavoro di Agrupación Senor Serrano tra virtuale e performance dal vivo, passando da Mallory sull'Everest a Orson Welles fino a Vladimir Putin (5-6 luglio). È multidisciplinare anche il lavoro della coreografa Adrienn Hód che presenta Sunday, immerso nell'aggressivo pulsare di una musica gabber (11 luglio). Autore di un teatro al grado zero plasmato dal suono, Filippo Andreatta porta un libro di architettura in scena - il cult di Rem Koolhaas Delirious New York firmando per OHT Un teatro è un teatro è un teatro è un teatro (5 luglio). Infine, Paolo Costantini, vincitore di Biennale College Registi, presenta Uno sguardo estraneo (ovvero come la felicità è diventata una pretesa assurda) partendo da un testo di Herta Muller, mentre si presentano i primi vincitori di Biennale College site specific: Ab imis di Stellario Di Blasi sarà in Campo Santo Stefano e diverse azioni performative del collettivo artistico ness raccolte nel titolo On a solitary beach avranno luogo al Lido, ai Giardini dell'Arsenale e in laguna.
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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