IL LIBRO
Era il marzo del 1933 quando Franklin Delano Roosevelt inaugurò

Martedì 13 Aprile 2021
IL LIBRO
Era il marzo del 1933 quando Franklin Delano Roosevelt inaugurò le cosiddette «fireside chats» («conversazioni davanti al caminetto»), momenti serali in cui, via radio, il trentaduesimo presidente degli Stati Uniti offriva ai suoi cittadini una piccola finestra sul mondo burocratico e governativo di Washington, condividendone i progetti, le difficoltà e gli auspici.
Lasciare un'impronta (Marsilio editore) di Giuseppe Zaccaria, rettore dell'Università di Padova dal 2009 al 2015, propone un'opportunità del tutto simile: una finestra sul mondo inedito della direzione universitaria. Sette anni che secondo Zaccaria ruotano intorno a quelle che definisce le «parole chiave» del suo rettorato. La prima è Bilancio, sufficientemente positivo da aver valorizzato la maggior parte dei progetti di ricerca ed edilizia, nonostante il rilevante sottofinanziamento dovuto alla crisi economica.
GLI IMPEGNI
Poi la Ricerca, posta sempre e comunque al centro dei finanziamenti ammontati a 26 milioni di euro dal 2009 al 2014. Quindi c'è l'Edilizia, con l'impegno per offrire spazi sempre più ampi ed efficienti a studenti, docenti, ricercatori ma anche ai cittadini stessi: basti pensare al «Fiore di Botta» (dedicato alla didattica di Biologia e Biomedicina) o al Giardino della biodiversità. Ma accanto a Internazionalizzazione, la parola chiave, quella più incisiva e a cui Zaccaria assegna un ruolo fondamentale è Studenti. «Lo scandalo non è nel fatto che se ne vadano, ma nel fatto che nonostante la vuota retorica sul rientro dei cervelli non siano indotti a tornare e rimanere», afferma l'ex rettore nel discorso di apertura del 1 marzo 2010 riportato nel libro.
I RISULTATI
Partendo da questa amara consapevolezza, nel suo periodo di direzione sono state avviate diverse iniziative volte alla valorizzazione dello studente: il finanziamento e sviluppo del progetto Erasmus Mundus; la premiazione dei quindici migliori studenti delle lauree triennali con il sostegno dell'Associazione Amici dell'Università dal 2012; gli stanziamenti per assicurare a una cospicua percentuale di studenti un impiego in continuità al percorso di studi. Con questo libro Giuseppe Zaccaria ci consente insomma di comprendere l'istituzione universitaria nella sua poliedricità: essa è di certo «l'azienda più prolifica di un paese» il cui investimento a lungo termine consiste negli studenti; ma è anche e soprattutto luogo della libertà d'espressione, luogo che non ammette disparità di genere o nazionalità, luogo che fa del sapere un tesoro da diffondere ovunque, dalle lezioni nelle aule del Fiore di Botta al progetto pluriennale che raggiunge i detenuti del carcere Due Palazzi di Padova.
Paolo Piovesan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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