«Sicurezza e decoro, l'ora delle regole»

Sabato 18 Maggio 2019
L'INTERVISTA
VENEZIA Il Daspo urbano a chi sporca e umilia Venezia, le multe alle prostitute per intralcio al traffico, il limite massimo di 11 anni per giocare in strada e girare con il monopattino. Poi le multe e il cartellino rosso a chi compra la droga. Sono le grandi novità del regolamento di polizia e sicurezza urbana approvato giovedì dal Consiglio comunale. Alla regia dell'assessore comunale alla sicurezza, Giorgio D'Este.
Assessore, un Daspo usato quasi a tappeto su Venezia. Perché?
«Bisogna guardare le cose con gli occhi giusti, qui c'è una visione strategico-operativa e lungimirante. I fenomeni colpiti dal Daspo urbano sono costantemente fluidi, in continua evoluzione, riadattarsi e spostarsi».
Un esempio?
«Lo spaccio. Davanti alla stazione di Mestre c'era il mercato all'aperto dello spaccio. È impossibile azzerare tutto il fenomeno e così la parte residuale si è spalmata nel territorio dando vita a nuovi piccoli focolai».
La novità più interessante è proprio la sanzione a chi acquista stupefacente. Nemmeno il codice penale...
«La legge disciplina chi commette il reato di spaccio: se c'è offerta è perché c'è domanda. Noi vogliamo colpire la domanda e l'acquirente, se recidivo, può essere daspato perché con la sua richiesta si favorisce lo spacciatore a restare lì. Bisogna poi distinguere se chi acquista è minore o no. In caso di minorenni, la sanzione la faremo in caserma, contattando i genitori. Chissà che diventi uno stimolo forte affinché la famiglia aumenti le attenzioni sui loro ragazzi».
Facciamo un passo indietro. Come funziona la sanzione del Daspo urbano?
«È stato previsto dal Decreto Minniti come uno strumento dato alle amministrazioni comunali per incidere maggiormente contro i fenomeni che possono causare problemi. L'applicazione del Daspo urbano prevede di poter allontanare per 48 ore la persona dal luogo dove viola la legge. Se succede a Venezia centro storico, gli verrà vietato di entrare per il tempo indicato; se succede a Mestre, il sanzionato non potrà avvicinarsi per un raggio di 200 metri al luogo dov'è stato commessa la violazione. Si allarga il divieto al raggio di un chilometro se il luogo è considerato sensibile. Se il Daspo viene violato, la violazione si trasmetterà al Questore che potrà allungarlo fino ad un massimo di 6 mesi, disponendo l'allontanamento dalla città o anche dalla regione, in base alla gravità».
Il Daspo però non punisce solo reati...
«Sì, non scatta automaticamente ma arriva dopo che c'è stata una circostanza da valutare. Se si ferma un turista che va in giro a torso nudo, come prima cosa lo si richiama, poi lo si sanziona e solo in caso di ostruzionismo, scatta il Daspo, che deve essere l'extrema ratio. Bisogna agire con buonsenso ma se non mettiamo regole precise non possiamo far rispettare le leggi. È vero, lo abbiamo inserito ovunque la legge ce lo permetto di inserirlo, ma lo useremo nei casi specifici».
Chi tra i turisti rischia il Daspo per il decoro?
«Chi pensa di fare i tuffi o il bagno nei nostri canali: mettono a repentaglio la loro sicurezza, quella altrui e quella della navigazione. Il turista deve sapere che Venezia va rispettata: è del mondo e la pretesa che ci sia un maggior rispetto è leggittima».
Capitolo prostitute: ce lo può spiegare?
«La prostituzione non è reato, ma posso sanzionare tutti gli atti contrari al decoro urbano. Ad esempio chi transita lungo il Terraglio, più nuda che vestita, crea inibizione a chi circola. Non posso vietare di stazionare lì a meno che non crei intralcio alla viabilità».
C'é chi vi accusa di essere tornati indietro di vent'anni...
«Tornerei indietro ancora di più fino al punto di legalizzarla perché andremmo a eliminare il problema dello sfruttamento, aumento del Pil nazionale e ci sarebbe maggiore dignità per queste persone, rispetto umano, controllo igienico-sanitario e tutto sarebbe regolato e non dovremmo spiegare ai nostri bambini chi è e cosa fa quella persona all'angolo».
A proposito dei bambini, c'è anche il regolamento degli over 11.
«Intanto chiarisco che prima era sempre vietato giocare nei campi o per strada. Noi adesso abbiamo identificato le aree dove si può giocare e girare in monopattino».
Multerete il bambino?
«Impossibile, verrà multato il genitore: va letta bene la norma».
Cioè?
«La famiglia deve insegnare dove andare a giocare al bambino. Non ci sarà nessuna limitazione al gioco in certe zone. Si farà il richiamo e se i ragazzi ubbidiranno, si lascerà stare. La multa arriva come extrema ratio».
È un regolamento duro?
«Chi protesta andasse a vedere il regolamento precedente: molti dei punti erano già compresi nel vecchio regolamento del 1986, diventato inadeguato. Pensiamo che ora potremo far rispettare le regole. Devono essere posti dei limiti. Non è un è il libro dei divieti».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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