Gli eroi traditi dalle leggi razziali

Martedì 18 Settembre 2018
Gli eroi traditi dalle leggi razziali
LA STORIA
«Accadono a Roma cose incredibili: stamani gruppi di fascisti, dicono insieme a qualche militare tedesco, hanno preso degli ebrei di ogni età e sesso e li hanno portati non si sa dove. Il fatto è certo, le modalità no». Questo è quanto scrive nell'ultima pagina del proprio diario il veneziano Augusto Capon, ammiraglio di squadra, decorato con croce al merito di guerra, ebreo. La data di queste righe è 16 ottobre 1943, una settimana dopo, il 23 ottobre, sarebbe stato ucciso ad Auschwitz. Capon era stato posto in congedo assoluto all'indomani dell'entrata in vigore delle leggi razziali, annunciate da Benito Mussolini a Trieste esattamente ottant'anni fa, il 18 settembre 1938, e approvate un paio di mesi dopo, in novembre. Assieme a lui furono buttati fuori dalla Regia marina una trentina di ufficiali ebrei e tra loro un altro veneziano, il capitano di vascello Diego Pardo, pluridecorato della prima guerra mondiale, e un veneto, di Albignasego (Pd), Giulio Salom, maggiore Armi navali.
SUOCERO DI ENRICO FERMI
Augusto Capon era cugino di secondo grado di Alberto Moravia, nonché suocero di Enrico Fermi: la figlia, Laura, aveva sposato il fisico nel 1928. Lei si salvò perché la coppia fuggì negli Stati Uniti da Stoccolma, dove Enrico Fermi era andato per ricevere il premio Nobel, nel dicembre 1938.
Capon aveva combattuto sia nella guerra di Libia, sia nel primo conflitto mondiale, era stato decorato e nel dopoguerra era diventato capo dei servizi d'informazione della Regia marina. Con lo pseudonimo di Adriacus aveva firmato nel 1918 il libro Da Trieste a Valona, con il quale affermava i diritti dell'Italia sul mare Adriatico. «Da Pola a Cattaro», scrive, «si può dire che tutta la costa, con le isole adiacenti, costituisce un'unica, immensa e magnifica base navale, come poche esistono in natura» e quindi l'Italia doveva impossessarsene per poter esercitare il dominio navale.
IN AIUTO AGLI IRREDENTISTI
Torniamo agli anni precedenti la prima guerra mondiale, quando l'irredentismo triestino era formato in buona parte da ebrei; l'Italia, e in particolar modo la marina, usavano ufficiali correligionari per tenere i contatti con gli irredentisti. Capon cresce professionalmente in questo ambiente. «La comunità ebraica triestina svolgeva due importanti funzioni a favore dell'Italia: spionaggio e propaganda», spiega Andrea Tirondola, avvocato di Castelfranco Veneto ed esperto di storia della marina, «Capon, che trascorre una vita nel reparto informazioni, durante la Grande guerra ha un ruolo di tutto rilievo poiché funge da ufficiale di collegamento per la marina presso lo Stato maggiore dell'esercito, cioè con Luigi Cadorna». Sempre durante il conflitto comanda un'unità leggera, il Guglielmo Pepe. Dopo la guerra alterna comandi navali gli affidano anche una corazzata a incarichi nel reparto informazioni del quale, come detto, diventa direttore. Come sempre, quando si tratta di spioni, non si sa bene cos'abbiano fatto perché il loro lavoro è, per definizione, segreto. Questo vale anche per Capon, ma il fatto che sia arrivato al grado di ammiraglio di squadra testimonia l'importanza della sua carriera militare.
MILITARI ED EROI
Diego Pardo, già primo del corso all'Accademia navale di Livorno, viene decorato con medaglia d'argento nelle operazioni per forzare i Dardanelli (19 luglio 1912) durante la guerra italo-turca. «In Italia l'impresa dei Dardanelli, rimata in versi da Gabriele d'Annunzio nelle sue Canzoni delle Gesta Oltremare, attirò assai più di ogni altra precedente impresa, l'attenzione, il consenso e l'ammirazione generale sulla marina», scrive il sito della Marina Militare. Pardo ottiene due medaglie di bronzo nella Grande guerra, una quale comandante di torpediniera e un'altra da comandante di un gruppo artiglieria a Caposile, a fine ottobre 1918.
LA STORIA DI GIULIO
Giulio Salom, invece, aveva progettato su incarico della marina la radio da soccorso ribattezzata Ondina, un esemplare di questa ricetrasmittente era stato utilizzato dai superstiti dell'equipaggio del dirigibile Italia, rimasti sulla banchisa polare artica nella Tenda Rossa, dal maggio al luglio 1928. Con quella radio il marconista aveva lanciato l'Sos ed era riuscito a guidare i soccorsi.
Qualche mese prima della proclamazione delle leggi razziali, ovvero nel maggio 1938, la Regia marina era stata protagonista, a Napoli, della Rivista H, ovvero una serie di manovre eseguite in occasione della visita di Adolf Hitler a Benito Mussolini. Il più celebre di questi episodi era stata l'emersione contemporanea di cento sommergibili nelle acque del Golfo di Napoli che poi spararono un colpo di cannone, cosa che sorprese Hitler e lo convinse che l'Italia fosse una grande potenza navale.
UFFICIALI DI MARINA
Alcuni ufficiali comandanti di unità che partecipano alla Rivista H sono ebrei. Solo pochi mesi dopo saranno radiati, e possiamo immaginare con quale animo siano sfilati davanti a Hitler, la cui politica antisemita era più che nota, e si erano già largamente diffuse le voci che presto anche l'Italia si sarebbe adeguata. Allora ricordiamone i nomi: capitano di vascello Salvatore Toscano, comandante dell'incrociatore Duca degli Abruzzi; capitano di fregata Gualtiero Sadun, cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi; capitani di corvetta Sergio Lusena, Massimo Del Vecchio, Gian Maria Uzielli, ai comandi dei sommergibili Balilla, Pier Capponi e Dagabur. Tutti questi uomini di mare saranno ricompensati con il congedo obbligatorio.
ALLONTANATI DA MUSSOLINI
In alcuni casi la Regia marina, arma poco fascistizzata e perciò non amata da Mussolini, richiamerà in servizio gli ufficiali ebrei allontanati. Quello più noto è il generale del Genio navale Umberto Pugliese, fatto rientrare nei ranghi per recuperare le corazzate italiane affondate dagli aerosiluranti britannici mentre erano alla fonda nel porto di Taranto, nel novembre 1940. Un altro alto ufficiale ebreo, l'ammiraglio di divisione Aldo Ascoli, passato da Ancona a Bari a bordo di un peschereccio, nel 1944 viene nominato dal governo del Sud comandante generale delle capitanerie di porto. «Ascoli nella Grande guerra era stato uno dei protagonisti della difesa del Piave, quale comandante di gruppo di artiglieria nel novembre 1917», ricorda Tirondola. Aveva resistito praticamente da solo contro gli austriaci finché non erano arrivate le navi in appoggio per bombardare gli austriaci dal mare.
Il veneziano Capon è stato l'unico degli ufficiali ebrei radiati dalla marina finito in un lager, ma, come si dice, «anche uno è troppo».
Alessandro Marzo Magno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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