Fosse stato un film di Cronenberg, a un certo punto i due totalissimi idioti della

Venerdì 18 Giugno 2021
Fosse stato un film di Cronenberg, a un certo punto i due totalissimi idioti della nostra storia sarebbero finiti in pasto alla supermosca, vera protagonista della faccenda. Ma Dupieux, che comunque di solito non scherza nonostante la farsa sia sempre in agguato nel suo cinema, stavolta porta la sua burla a mettere in scena un mondo dove ognuno contribuisce a rendere bizzarro ogni gesto quotidiano, perdendo contatto con una realtà sempre esagerata, esagitata, incontrollata.
Mandibules è un gioco grottesco e surreale, sostanzialmente un cazzeggio, ma intelligente, dove le trovate si accumulano portando la stupidità a elevarsi a livelli deliranti. Non c'è gag che non funzioni, nel suo insistere su una specie di depravazione mentale della cognizione, dove nessuno riesce ad avere un ruolo sensato nella vita. Jean-Gab e Manu sono due entusiasmanti scemi. Ogni idea, ogni scelta fatta durante la giornata viene salutata con il gesto delle corna, intrecciandolo con le mani e urlando: Torò (siamo in Francia e Dupieux è di origine parigina). Viene loro commissionato di consegnare a una persona lontana una valigetta. Per coprire i chilometri, rubano un'auto, all'interno della quale, nel bagagliaio scoprono una sorprendente mosca gigante, che subito sperano di addomesticare, usandola in future fantomatiche rapine alle banche. Strada facendo però le cose si complicano. Ogni incontro è accompagnato da situazioni estreme, da persone ostili che abitano in una roulotte a un'amica di infanzia che vive assieme ad altri coetanei in una villa con piscina, sbagliando ovviamente di riconoscere in uno dei due protagonisti un vecchio compagno di scuola. Il tutto tra incendi, distruzioni varie, una bicicletta a forma di unicorno e una sarabanda di azioni insensate, degna di una screwball comedy.
Dupieux abbandona la sua matrice più teorica, liberando un senso tellurico (e fortemente antiborghese) di rappresentare una società sull'orlo della pazzia, inseguendo sogni irrealizzabili o godendo di un presente inconsapevole, a volte viziato. In realtà, in tutto questo trambusto, il film vuole essere soprattutto un buddy movie, un racconto sull'amicizia inconsueta tra due persone prive di ogni senso comportamentale e forse mai cresciute, come indica il fanciullesco giochino del torò che diventa un vero e proprio tormentone. Il film sta in piedi proprio per la sua costante esagerazione, grazie anche alla efficacissima interpretazione di David Marsais e Grégoire Ludig (più noti Oltralpe come Palmashow), che contribuiscono con una fisicità sconnessa e una mimica irrefrenabile a rendere tutto, in qualche modo, plausibile.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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