Avvocati in allarme, giallo sulle firme

Mercoledì 6 Maggio 2015
Scoppia il giallo di possibili firme false a sostegno di una lista elettorale. Il caso è emerso casualmente, quando un cancelliere del Tribunale, delegato ad occuparsi delle procedure elettorali, è rimasto sorpreso nel leggere un lungo elenco di nominativi di avvocati veneziani, tutti molto conosciuti al Palazzo di Giustizia, che in apparenza risulterebbero aver sottoscritto una lista che ha presentato i propri candidati per le prossime elezioni amministrative di maggio. Alcuni di questi legali, contattati informalmente, hanno dichiarato di non saperne nulla e di non aver mai apposto la propria sottoscrizione in appoggio a quella o ad altre liste elettorali. E così la Commissione elettorale si è messa al lavoro per verificare se siano state commesse irregolarità e, nel caso, per segnalarle alla procura affinché possa avviare i necessari accertamenti.
Anche il presidente del Tribunale, Arturo Toppan, è stato informato della questione. Contattato nel pomeriggio non ha però voluto rilasciare alcuna dichiarazione: «É materia di competenza della Commissione elettorale che sta lavorando a tutte le verifiche del caso», ha spiegato.
La delicatezza della questione giustifica il riserbo. Agli stessi avvocati che potrebbero essere coinvolti nella vicenda non è stato consentito, per il momento, l'accesso agli atti al fine di poter verificare se effettivamente vi sia il suo nominativo nella lista e se la sua firma sia stata eventualmente contraffatta. Ma, nel giro di poche ore, è probabile che si possano avere le prime risposte da parte della Commissione elettorale, della quale fanno parte tre magistrati: Alberto Scaramuzza, giudice della sezione gip, Paola Ferretti, giudice della sezione lavoro del Tribunale, a Andrea Battistuzzi, giudice della sezione penale del Tribunale.
Il caso più clamoroso di firme false si verificò nel 2010 a Milano, nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale. Sotto accusa finirono numerose sottoscrizioni alla lista dell'allora presidente, Roberto Formigoni, e per qui fatti il Tribunale di Milano ha inflitto pesanti condanne.
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