Ungaretti e Zanzotto voci di guerra in Abbazia

Martedì 18 Ottobre 2016 di Poesia e musica in due concerti ideati da Mirco De Stefani
Tra il dicembre 1915 e l'ottobre 1916, Giuseppe Ungaretti, soldato semplice sul fronte del Carso, scrisse 33 poesie poi confluite nella raccolta "Il Porto Sepolto". Sessant'anni più tardi un altro poeta, Andrea Zanzotto, pubblicò "Il Galateo in Bosco". Un filo unisce queste due raccolte di poesie: la Grande Guerra, straziante esperienza vissuta in prima persona in trincea da Ungaretti, interpretata invece poeticamente all'interno di un affresco storico e antropologico da Zanzotto. Versi che il 22 e 29 ottobre, uniti alla musica scritta dal compositore e medico Mirco De Stefani, echeggeranno nell'Abbazia di Follina teatro di "Musica e poesia per la Grande Guerra", due concerti nel centenario del primo conflitto mondiale con inizio alle 20.45 (ingresso libero, durata 80 minuti).
Su iniziativa dei comuni di Follina, Cison di Valmarino (cisonese fu l'unico deputato morto nella Grande Guerra, il conte Brandolino Brandolini) e Pieve di Soligo (terra natia del poeta Zanzotto) e con il patrocinio della Presidenza del consiglio dei ministri (è stato invitato anche il ministro Dario Franceschini), l'abbazia di Follina - pure vittima della devastazione della Grande Guerra - sabato 22 farà da cornice alla prima assoluta di «Quartetti Ungarettiani» con Michele Lot e Marina Sarni ai violini, Mario Paladin alla viola, Walter Vestidello al violencello e voce di Massimo Rinaldi, nipote di Toti Dal Monte. «Ho scelto dieci poesie de Il Porto Sepolto - spiega De Stefani che ha pubblicato per Canova anche il volume «Quartetti Ungarettiani» - che sono stati l'ispirazione per dieci quartetti d'arco. Parole e musica guideranno l'ascoltatore lungo l'esperienza dei giorni di guerra che Ungaretti patì per la conquista del Monte San Michele. In quelle terribili battaglie morirono in meno di un anno oltre 200 mila soldati».
Sabato 29 ottobre, invece, c'è la rappresentazione musicale per voce recitante, soprano e complesso da camera de «Il Galateo in Bosco» diretta da De Stefani. «Si tratta dell'opera di Zanzotto più radicata nel territorio trevigiano, precisamente nel Montello, e che mette insieme i concetti di ordine e disordine» evidenzia il compositore.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci