«Soffocavo, ho preso il coltello»

Venerdì 15 Settembre 2017
«Soffocavo, ho preso il coltello»
Sono da poco passate le 11 del mattino di ieri quando al carcere di Santa Bona arriva il gip Angelo Mascolo per l'udienza di convalida dell'arresto e l'interrogatorio di garanzia, che per Daniele Gobbo rappresenta la prima occasione di raccontare la verità sui fatti di quella maledetta sera di lunedì scorso: il litigio con il figlio che degenera, il ragazzo che lo afferra al collo, il coltello piantato nell'addome del giovane, salvato con una operazione d'urgenza. Al giudice per le indagini preliminari il 60enne, indagato dal sostituto procuratore Barbara Sabbatini per tentato omicidio, racconta non senza fatica quello che sarebbe successo tra le 22,30 e le 22,45, quando ancora la tavola della cucina era da sparecchiare dopo la cena con la moglie. Cosa ha scatenato la furia del figlio? Gobbo dice di aver mangiato e di essere andato fuori con il cane del ragazzo, che poi ha messo nella camera del 24enne. Quando Alisson torna sono passate da poco le 22.30. Va nella sua stanza e trova in giro quello che resta di un peluche per cani con cui l'animale deve aver giocato fino a ridurlo a brandelli. Il ragazzo va su tutte le furie. «Non sapete badare neppure ad un cane» avrebbe urlato, esagitato e in evidente stato di ubriachezza. Ecco perchè padre e figlio hanno litigato: un giocattolo fatto a pezzi. Daniele Gobbo va avanti raccontando che la moglie, sentite le urla, si sarebbe avvicinata ai due tentando di farli smettere. Ma Alisson l'avrebbe colpita al volto con una sberla così forte da farle volare gli occhiali dall'altra parte della cucina. Poi il giovane, sempre secondo Gobbo, si sarebbe scagliato contro il padre. Il 24enne ha il fisico possente del rugbista. È una montagna di muscoli e di forza, che prometteva grandi cose secondo i giudizi dei talent scout della palla ovale tanto da essere stato selezionato per il centro federale della Fir, l'incubatore di campioni da plasmare per la Nazionale e per le due franchigie che giocano nella Celtic League. Tutta quella prestanza è però un'arma micidiale nelle mani di uno spirito irrequieto, insoddisfatto e nervoso che da tempo sfoga in maniera violenta le sue frustrazioni prendendo a botte i genitori e che per questi comportamenti già allontanato dalla casa familiare nel 2014. Alisson, racconta l'ex ferroviere, lo avrebbe afferrato al collo una prima volta, spingendolo contro una parete della cucina. Forse lo ha anche colpito e il padre crolla a terra. A quel punto il ragazzo lo avrebbe afferrato di nuovo al collo ma questa volta sollevandolo verso l'alto. La presa è tremenda, Daniele si sente soffocare mentre il figlio gli tiene le mani strette alla gola come se volesse staccargli la testa. Sono attimi frenetici, istanti che sembrano lunghi una vita quelli in cui l'ex ferroviere terrorizzato avrebbe afferrato il coltello per tagliare il pane che stava ancora sul tavolo. E sferra il colpo, senza badare a dove sta puntando la lama. Qualsiasi cosa pur di allontanare Alisson, pur di fargli mollare quella presa che lo stava uccidendo. Il racconto fatto dall'uomo e le ammissioni di Alisson stesso, che nelle interviste ai quotidiani e nella sua pagina Facebook ha dichiarato di sentirsi e essere il responsabile di quanto è successo, sembrano delineare che in effetti quella coltellata sia stata un gesto disperato di difesa. È una interpretazione dei fatti che troverebbe riscontro anche nella decisione del gip che, contrariamente al pubblico ministero che aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, decide per gli arresti domiciliari nella casa della madre di Daniele. Ora si attende che gli inquirenti ascoltino anche il ragazzo, ricoverato in nel reparto di IV chirurgia del Ca' Foncello e che a breve potrebbe già tornare a casa.

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