Maxi sequestro a Vigna Dogarina

Mercoledì 20 Febbraio 2019
Maxi sequestro a Vigna Dogarina
SALGAREDA
Sequestrati conti correnti per mezzo milione di euro lunedì scorso su disposizione della Procura di Treviso all'azienda agricola Vigna Dogarina di Campodipietra. Il provvedimento è stato eseguito per il valore equivalente a presunte evasioni Iva e false fatturazioni relative agli anni di imposta 2012, 2013 e 2014 (l'azienda è passata di proprietà nel 2017). Secondo gli investigatori si tratterebbe di un giro di vendite di ingenti quantità di vino che avrebbe beneficiato in maniera illegale di esenzioni relative all'imposta sul valore aggiunto e di una tassazione che, grazie a una serie di trucchi, sarebbe stata notevolmente inferiore a quella che doveva essere applicata. Oltre ad alcune operazioni fiscali che avrebbero avuto come oggetto transazioni mai effettuate. Le attività di indagine che hanno coinvolto Vigna Dogarina fanno riferimento a una inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, Vicenza e Asti e che nel 2017 aveva svelato una vera e propria truffa attraverso cui del comunissimo vino da tavola sarebbe stato commercializzato come prodotto di qualità controllata e certificata, diventando Doc, Docg o Igt.
SOCIETÀ FITTIZIE
Secondo le indagini, che hanno portato all'iscrizione sul registro degli indagati di un centinaio di persone - di cui 5 sottoposte a varie misure cautelari - con l'accusa di associazione a delinquere transnazionale finalizzata all'evasione fiscale, alla frode in commercio e al riciclaggio, le operazioni venivano svolte attraverso sette società fittizie con sede a Vercelli, Novara, Teramo, Biella, Salerno e Roma. Centinaia di migliaia di litri di vino sarebbero stati imbottigliati e poi venduti con false etichettature di qualità per poi finire negli scaffali dei supermercati nel Regno Unito, in Belgio e Germania dopo aver viaggiato utilizzando documenti di accompagnamento previsti dalla normativa in materia di accise che però venivano riutilizzati fino a 10 volte se nessuno dei carichi veniva verificato. Le casse di vino sarebbero state inoltre munite di una bolla di accompagnamento relativa alla commercializzazione di prodotti con tassazione inferiore a quella prevista nei Paesi del Nord Europa per i prodotti alcolici.
I NUMERI
Le indagini, ancora in corso, avrebbero appurato che la proprietà di Vigna Dogarina al tempo dei fatti avrebbe fornito i codici per la redazione dei documenti taroccati. La Guardia di Finanza ha stimato che il risparmio d'imposta ottenuto avrebbe superato complessivamente 12 milioni di euro, a cui vanno sommati ricavi non dichiarati per oltre 25 milioni e un'evasione Iva di 7 milioni.
Denis Barea
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