LE INDAGINI
SPRESIANO L'ultimo motivo di scontro sono stati i cani. Sono stati

Venerdì 4 Giugno 2021
LE INDAGINI SPRESIANO L'ultimo motivo di scontro sono stati i cani. Sono stati
LE INDAGINI
SPRESIANO L'ultimo motivo di scontro sono stati i cani. Sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una convivenza diventata nel tempo difficile, minata dal rancore, stando a quanto rivelato dai confidenti, anche per dissidi di natura economica legati alla casa condivisa da Lino Baseotto e la moglie Rosa, con il figlio Claudio e la nuora Bruna Mariotto, uccisa mercoledì dal pensionato con un colpo di fucile, un Beretta calibro 12 con canna sovrapposta, prima di togliersi la vita. L'ultimo screzio però, sarebbe legato a una faccenda del tutto banale: Lino aveva liberato dalle gabbie i suoi due segugi (di cui ora si occuperà l'Enpa), e Bruna si era arrabbiata perchè avrebbero rischiato di attaccare Leone, il cagnolino tanto caro a lei e a sua figlia, che stava scorrazzando in giardino. Quello dell'81enne sarebbe stato un raptus improvviso, forse facilitato, sospettano gli inquirenti, da qualche bicchiere di birra di troppo, che l'anziano era solito consumare in casa. «Vutu che te copo»? le ultime parole dette alla nuora al termine delle lite, che aveva risposto a quella provocazione dicendogli: «Provaci»! L'uomo ha dato inaspettatamente seguito alla sua folle minaccia, e per questo gli inquirenti sospettano che l'alcol possa avergli tolto lucidità, facendogli mettere in pratica l'insano proposito omicida.
GLI ACCERTAMENTI
La dinamica della doppia tragedia appare del tutto chiara ai carabinieri di Treviso, guidati dal comandante Ermanno Magistris, che stanno effettuando gli ultimi accertamenti disposti dal sostituto procuratore Daniela Brunetti. Il fascicolo aperto in Procura è destinato ad essere chiuso per la morte del reo, ma nonostante questo il pm ha preannunciato che, nei prossimi giorni, disporrà l'esame autoptico sia sul corpo di Bruna Mariotto, colpita con un colpo di fucile sul volto davanti all'uscio di casa, in giardino, che del suocero Lino Baseotto, toltosi la vita con la stessa arma dopo aver ucciso la nuora. L'incarico sarà affidato al medico legale Alberto Furlanetto, che già mercoledì pomeriggio aveva effettuato un sopralluogo nella bifamilare di via XXIV maggio a Spresiano dove si è consumata la tragedia.
LA RICOSTRUZIONE
Baseotto, da sempre appassionato di caccia, deteneva regolarmente il fucile, custodito in armadio blindato nel capanno. Era bastata una visita medica per mantenere, nonostante l'età, l'autorizzazione al possesso e all'utilizzo venatorio dell'arma. Non c'erano d'altronde presupposti per negargliela, visto che, nonostante i dissidi fra le mura domestiche, non vi era mai stata alcuna denuncia o intervento delle forze dell'ordine. La situazione però mercoledì è precipitata in pochi minuti. Verso le 17.30 suocero e nuora hanno una violenta discussione per i cani. Lei esce in giardino, si avvicina allo stendino accanto alla porta sul retro e si trova davanti l'anziano con il fucile spianato. Le urla della donna precedono solo di qualche istante l'esplosione della doppietta: il colpo la raggiunge in pieno volto senza lasciarle scampo. È la figlia 13enne ad accorgersi per prima della donna a terra. «Mamma, mamma» si mette a urlare, abbracciando la madre, mentre due vicini scavalcano la recinzione e, chiamato il 112, la riportano in casa, lontano da quella scena straziante. Pochi secondi dopo si sente una seconda esplosione. Lino, dopo essersi diretto verso il ricovero attrezzi, si siede sul bidone bianco accanto ai sacchi di pellet e rivolge il fucile contro sé stesso, uccidendosi. In casa, oltre alla nipotina, affiancata già in serata all'aiuto di uno psicologo, c'è anche la moglie Rosa. Forse l'unica che si era resa già conto della tragedia appena avvenuta.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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