La Treviso amarcord ecco Toe e i suoi pittori

Martedì 15 Dicembre 2015
In tempi oramai andati al Battistero del Duomo vendeva libri vecchi. Poi iniziò a piazzare anche qualche quadro di pittori amici. Lui era Romano Favaretto, nome che pochi conoscevano e ricordano per il semplice motivo che tutti lo chiamavano Toe. E con tale nome, Toe, era conosciuto non solo Treviso, ma in mezza Italia. Quel lavoro iniziato come un gioco, vendere quadri di pittori trevigiani, era diventato un lavoro che lo fece diventare famoso nell'ambiente artistico. Piazzò opere d'arte a tanti, anche nel mondo dello sport come a "Paron" Nereo Rocco, Rivera, Trappatoni e Nino Benvenuti, tanto per fare dei nomi. La Congrega per il recupero delle tradizioni trevigiane, capitanata da Giorgio Fantin ha ideato la mostra "Toe e i suoi pittori", un omaggio a Favaretto che si terrà da oggi alle 12 all'osteria da Muscolìs in Pescheria fino a dopo l'Epifania. Le opere da ammirare da Muscolìs, sono di Scanavino, Treccani, Vespignani, Maccari, Zancanaro, Zigaina, De Pisis, Guidi ed altri. Un personaggio singolare, come ricorda Fantin, aprendo i cassetti della memoria gli anedotti scivolano in quantità: come l'acquisto di un primo quadro firmano «Manca», nel senso che mancava la firma ma Toe disse «Manca a firma, ma el ze de Ambrogio» (Gianni, pittore trevigiano ancora attivo, ndr). O come quando lo stesso Fantin si recò a Roma in via Margutta da Omiccioli a portare un mazzo di 50 garofani omaggio di Toe per scusarsi di aver venduto per pochi soldi un quadro di valore regalatogli dallo stesso Omiccioli. E come dimenticare quando Toe andò a Cortina in un taxi pieno di cibarie per Guttuso, Treccani e Augusto Murer. E proprio con Guttuso apri anche una galleria in vicolo Bianchetti. Toe era Treviso. Un un giorno arrivarono delle opere di Gianni Dova semplicemente indirizzate a "Toe, Palazzo dei Trecento, Treviso".

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