LA SFIDA
TREVISO Un paio di multe accertate, ma potrebbero essere solo le prime

Sabato 16 Gennaio 2021
LA SFIDA
TREVISO Un paio di multe accertate, ma potrebbero essere solo le prime di una lunga serie. Carabinieri e polizia, ieri, hanno tenuto sotto controllo i locali aderenti alla manifestazione Ioapro. I ribelli che hanno scelto aprire sia a pranzo che a cena, nonostante i divieti imposti dalla zona Arancione, per protestare contro le regole anticontagio che impediscono di lavorare e contro i ristori che non arrivano e che, se arrivano, non sono adeguati. In molti casi le forze dell'ordine si sono limitate a identificare le persone trovate dentro il locale. Tra oggi e lunedì i rapporti di quanto accaduto arriveranno sulle scrivanie di prefetto e questore. Poi gli eventuali verbali delle sanzioni saranno spediti ai titolari che hanno voluto sfidare le norme. La proteste si è infiammata soprattutto in provincia. A Treviso invece di ribelli non ce ne sono stati: «In città - spiega il sindaco Mario Conte - abbiamo avuto solo vetrine illuminate e locali che hanno adottato la forma di protesta più soft, simbolica. E non ci sono state multe».
I RIBELLI
Un'ossada veneta di protesta. Così La Paterna di Giavera ha aderito all'iniziativa Io apro, tornando ad accogliere i clienti per pranzo ma nel rispetto delle misure di prevenzione: mascherine, distanziamenti e igienizzazione. Sono state una ventina le persone che si sono sedute ai tavoli del ristorante sul Montello per assaporare il menù fisso preparato per la giornata: risotto, radicchio, cotechino, erbette e così via. Nessun conto alla fine: solo offerte libere. Verso le 16.30 è arrivata una pattuglia dei carabinieri. I militari hanno identificato il titolare, Giovanni Merlo, e due clienti che si erano attardati nel locale. «Abbiamo confermato l'adesione all'iniziativa Io apro - spiega Merlo - così come i due clienti hanno dichiarato di aver mangiato. È una questione di coerenza». Per il momento, insomma, non c'è nessuna multa: «Con questa iniziativa abbiamo voluto sottolineare che i ristoranti possono lavorare senza alcun problema se rispettano le misure di prevenzione contro la diffusione del coronavirus», mette in chiaro Merlo.
SOLIDARIETA' DIFFUSA
Anche altri rappresentanti della filiera che rifornisce il mondo della ristorazione sono venuti a dar manforte a La Paterna. «Come produttori di vino, dipendiamo da loro: se non lavorano, siamo fermi anche noi -spiega Lorenzo entrando nel locale con in mano una bottiglia- la situazione è delicata, certo, ma chi ha la possibilità deve poter riaprire in sicurezza». Non sono poi mancati i soliti clienti, come Ivo, 60enne di Giavera. «Le misure di prevenzione vanno rispettate, non ci sono dubbi - scandisce - ma una volta fatto questo, questi signori che pagano le tasse, hanno investito capitali e occupano del personale, devono avere la possibilità di lavorare. Hanno il diritto di lavorare in sicurezza. Così come tutti noi abbiamo il diritto di vivere. Se mi verrà fatta la multa da 280 euro, la pagherò. Se poi decideranno di farmi chiudere per 5 giorni, chiuderò. Non lavorerei comunque. Tanto più che vista la nostra posizione, l'asporto non funziona - conclude - la situazione ormai è assurda». Si è lavorato anche all'agriturismo Le Colline a Cozzuolo: «È stato commovente vedere alcuni clienti abituali entrare nel locale con un mazzo di fiori. Sono commossa - racconta la titolare - è andato tutto bene, nell'assoluto rispetto delle norme di sicurezza. Abitualmente ospitiamo 55 persone, oggi (ieri n.d.r.) ne abbiamo accolte un massimo di 21, poi abbiamo chiuso per via degli orari imposti dal coprifuoco. Grazie a Dio non ci sono stati ne controlli ne sanzioni. È stato bello vedere finalmente qualche cliente e soprattutto sentire il calore ed il supporto della gente in questo momento così delicato».
VERBALE AL BAR
Anche la Siesta a Castelfranco è rimasta aperta ieri e, poco prima delle 18, sei vigili hanno elevato alla titolare un verbale. «Ho visto i vigili avviliti ma devono fare il loro lavoro e avevano ricevuto ordine di fare le multa - spiega la titolare Elyson Cavallin - Sono arrivati in sei con due macchine e mi hanno fatto un verbale che sarà inviato al Prefetto che deciderà come procedere. Dicevo a tutti i clienti Con l'asporto non rischi, se stai qui sì e loro mi rispondevano Io rischio con te. I clienti hanno rischiato 400 euro di multa per un euro e 10 centesimi di caffè. Mi sono emozionata, ho sentito tanto affetto. E tanti di loro mi hanno anche lasciato la mancia».
Mauro Favaro
(ha collaborato Lucia Russo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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