LA PROTESTA
TREVISO Quasi 14mila firme. E a guidare la protesta per la ripartenza

Lunedì 25 Gennaio 2021
LA PROTESTA TREVISO Quasi 14mila firme. E a guidare la protesta per la ripartenza
LA PROTESTA
TREVISO Quasi 14mila firme. E a guidare la protesta per la ripartenza della musica dal vivo a Nordest c'è anche Asolomusica, la più rilevante associazione per la musica da camera in regione secondo i parametri del Ministero. «Ci sono musicisti che a 40 anni hanno venduto gli strumenti e tentano di reinventarsi un lavoro per pagarsi gli affitti. Noi difendiamo artisti e tecnici. E stiamo capendo che il pubblico sta dalla nostra parte» spiega il direttore artistico Federico Pupo.
IL DRAMMA
Non ci sono solo le grandi istituzioni, ma anche il tessuto di piccole associazioni, teatri e amici della musica che garantiscono la diffusione capillare dello spettacolo dal vivo e hanno un pubblico attento e fidelizzato. E proprio queste 108 associazioni su territorio nazionale raccolte nell'Aiam (associazione italiana attività musicali) sono partite il 12 gennaio con una capillare attività in tutta Italia per sensibilizzare le loro migliaia di abbonati, nonché enti, associazioni e scuole con cui collaborano da decenni, dalle piccole realtà di provincia alle grandi città, a supporto dell'appello lanciato da Agis per chiedere al governo una sana ripartenza della musica dal vivo. «Le nostre associazioni hanno mantenuto i contributi ministeriali, ma la nostra protesta è in favore degli artisti, dei tecnici e di tutte le professionalità coinvolte nella vita di una performance dal vivo - chiarisce Pupo - Sale da concerto e teatri italiani, dopo aver recepito le disposizioni di legge, si sono dimostrati tra i luoghi più sicuri e controllabili in cui è possibile evitare ogni assembramento e il pubblico ha dimostrato di avere fiducia in una sana ripartenza».
L'ASSOCIAZIONE
Asolomusica, da sola, organizza circa 150 eventi di musica da camera su territorio regionale e offre lavoro a oltre 1000 persone. «Con la nostra attività mettiamo in moto una filiera che riguarda musicisti, tecnici, fornitori, tutta l'attività di stampa e marketing e il retropalco. Un'attività che è rimasta a secco. C'è quindi un'emergenza economica e un'esigenza di benessere, perché il pubblico e la società hanno bisogno di consumare musica dal vivo». Nell'incontro natalizio con la stampa il vescovo di Treviso Michele Tomasi aveva ribadito come la musica rappresentasse un rito laico per la collettività, invitando la politica a farsi carico di centinaia di migliaia di situazioni lavorative precarie. E il Comune di Treviso, tra i pochi in Italia, ha pensato di istituire aiuti destinati agli artisti trevigiani. Simbolici ma necessari per vedere qualche spiraglio. Ora questo mondo di partite Iva, su cui già era stata richiamata l'attenzione con la manifestazione della Cgil il 27 novembre in piazza Borsa, chiede di emergere e contare qualcosa.
LE PERDITE
Già, perché la pandemia lascerà danni incalcolabili. «Non cambieremo il mondo, ma una risposta così compatta del pubblico non ce l'aspettavamo» ammette Pupo. In Veneto ci sono 100mila figure professionali dello spettacolo e solo 2.500 hanno percepito il bonus. Una situazione incredibile se si pensa che lo spettacolo rappresenta il 5,3% del Pil regionale. «La gente sta male: noi siamo il veicolo per gli artisti e i tecnici della filiera» ricorda ancora Asolomusica. Che anche sui concerti in streaming conserva velate perplessità. «Ormai c'è una saturazione. Il web offre di tutto e non siamo convinti che al di là dei like questi eventi siano seguiti nella loro interezza. Inoltre - puntualizza - può nascere l'idea assolutamente sbagliata che lo streaming possa sostituire l'esperienza dal vivo: nulla può sostituire la magia dell'incontro».
El.Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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