LA POLEMICA
TREVISO «Siamo pronti a fare i test rapidi per il coronavirus

Venerdì 25 Settembre 2020
LA POLEMICA
TREVISO «Siamo pronti a fare i test rapidi per il coronavirus ai nostri pazienti. Ma non negli ambulatori dove visitiamo tutti: il rischio di contagio sarebbe troppo elevato. Se invece ci sono altre strutture, non ci tiriamo indietro». Gianfranco Battaglini, segretario provinciale della Fimp, la federazione dei medici pediatri di Treviso, risponde così a Francesco Benazzi. Ieri il direttore generale dell'Usl della Marca aveva puntato il dito contro il mancato accordo con gli stessi pediatri per far fare direttamente a loro i test rapidi sui propri assistiti. L'attuale modus operandi sta mettendo a dura prova l'azienda sanitaria, costretta a fare esami a raffica per provare a evitare gli ingorghi e le lunghe attese davanti ai punti tamponi. Il nodo nasce dal fatto che oggi i pediatri mandano i bambini a fare il tampone nei servizi allestiti dall'Usl a fronte di anche un solo sintomo sospetto. E tra questi rientrano malanni comunissimi: dal raffreddore alla tosse, passando per qualche linea di febbre.
LIGI ALLE REGOLE
«Questo è ciò che impone la legge allarga le braccia Battaglini le linee guida definite dall'Istituto superiore di sanità dicono che di fronte a un caso sospetto bisogna fare il triage al telefono e poi chiedere l'esecuzione del tampone. Siamo stati i primi a dire che con la riapertura della scuola il sistema sarebbe andato in crisi. Sarebbe necessario lasciare più discrezione ai medici. Ad oggi non è così. Le scuole applicano i protocolli in modo preciso. In tutto ciò noi come facciamo a dire se uno starnuto è causato da un'infezione da coronavirus o meno»? Facendo direttamente il tampone rapido sui propri assistiti, dice l'Usl.
IL NODO
I pediatri aprono la porta davanti a questa possibilità. Ma non quella dei propri ambulatori. «Ognuno di noi potrebbe dover controllare 10 bambini al giorno. Come possiamo far venire pazienti potenzialmente positivi nell'ambulatorio dove entrano tutti? Se qualcuno risultasse contagiato dovremmo poi chiudere lo studio per la sanificazione specifica Battaglini ancora in tempi non sospetti avevamo chiesto di poter utilizzare ambulatori alternativi, come quelli per i pre-festivi. Se si trova una soluzione, noi siamo pronti».
LE IPOTESI
La quadra potrebbe essere trovata attraverso le strutture pubbliche, dalle palestre alle sale polivalenti, che i Comuni hanno messo a disposizione dell'Usl e dei medici di famiglia per la prossima campagna vaccinale contro l'influenza stagionale. Possono tornare buone anche per fare i tamponi rapidi. Nell'elenco sono state inserite 70 sedi. Una disponibilità che supera le necessità. «Entro questa settimana verrà definito il quadro scegliendo le strutture che verranno utilizzate spiega Benazzi non voglio fare alcuna polemica. Questa è una parola che nasce richiamando l'ambito bellico. E noi non abbiamo bisogno di nessuna guerra. Ho semplicemente voluto evidenziare una situazione difficile. Auspichiamo che il ministero approvi definitivamente il tampone rapido e che poi ogni pediatra possa fare il test ai propri assistiti». Si, perché c'è anche il nodo del tampone rapido. «Le linee guida ci dicono che serve l'esito del tampone processato il biologia molecolare incalza Battaglini il tampone rapido, al momento, ha esclusivamente un valore epidemiologico. Se la Regione ritiene, faccia una circolare per chiarire che i due esami sono equivalenti. Ma al momento non c'è nulla del genere. E questo non dipende di certo dai pediatri». «L'unica soluzione conclude è avere una capacità di diagnosi e refertazione immediata». L'importante è decidere con quali strumenti.
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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