LA DECISIONE
CASALE Ha lasciato l'incarico di assessore a causa delle conseguenze

Giovedì 29 Ottobre 2020
LA DECISIONE
CASALE Ha lasciato l'incarico di assessore a causa delle conseguenze dell'infezione da coronavirus. «Sono passati 8 mesi, ma per me da quel momento niente è più tornato come prima specifica la stanchezza, la spossatezza e la fatica nel riprendere fiato sono ancora fortissime». Valentina Bottos, 55 anni, funzionaria dell'ufficio del giudice di pace di Treviso e ormai ex assessore del Comune di Casale, è stata una delle prime persone nella Marca a essere colpite dal Covid-19, quando ancora non si sapeva bene cosa fosse. Ha iniziato ad avere febbre e tosse nella sera dello scorso 24 febbraio, il giorno del primo caso ufficiale di coronavirus registrato al Ca' Foncello. Poi è rimasta a casa in malattia. All'epoca - sembra passata una vita - l'attenzione era concentrata solo su chi aveva avuto contatti stretti con cinesi o con persone tornate dalla Cina. Ma le sue condizioni sono via via peggiorate. Fino al primo marzo, quando è stata portata in guardia medica. Da qui è scattata la corsa al pronto soccorso di Treviso. «Ricordo che era pieno di gente, moltissimi con febbre e tosse spiega non c'era il pre-triage: l'accesso funzionava normalmente». Anche la macchina dei tamponi non poteva girare come oggi. «Sono stata ricoverata per due giorni in Medicina d'urgenza ricorda il 2 marzo mi è stato fatto il tampone e il giorno dopo è arrivata la conferma della positività al coronavirus e il trasferimento in Malattie infettive».
L'INFEZIONE
Diagnosi: polmonite interstiziale bilaterale. Qui è stata sottoposta a ossigenoterapia. E il 9 marzo è stata dimessa, nonostante il tampone ancora positivo. Servivano letti. Non venivano usate strutture intermedie come gli ospedali di comunità. L'infezione è durata un mese e mezzo: i tamponi hanno dato esito negativo solo il 10 aprile. «Dopo il ricovero, ho vissuto chiusa in camera per un altro mese racconta Bottos è stato difficilissimo, faticavo a stare in piedi. In quel periodo anche i miei familiari hanno avuto febbre e tosse. Però non si facevano i tamponi come oggi. Per fortuna le possibili infezioni sono passate da sole». Purtroppo il suo calvario non è ancora terminato. Tanto che Bottos ha scelto di dimettersi da assessore della giunta di Casale, guidata dal sindaco Stefano Giuliato, conservando solo il ruolo di consigliere.
LE CONSEGUENZE
«Gli strascichi dell'infezione non sono scomparsi. La verità è che non ho ancora le forze necessarie per seguire al meglio tutte le attività e tutti gli incontri che un assessore è chiamato a gestire.Prima conducevo una vita normale, senza problemi, se non un po' di ipertensione. Adesso è cambiato tutto. Ho provato a continuare. Da assessore, però, seguivo le politiche partecipative: un settore che richiede la presenza a innumerevoli riunioni, che si fanno inevitabilmente di sera. Mi dispiace tanto mollare. Non lo avrei mai fatto se non ci fossero stati questi problemi. I laboratori di cittadinanza li ho visti nascere. Ma ora devo provare a mettermi alle spalle tutto ciò che ha lasciato il Covid-19». Nel frattempo la curva dei contagi è tornata a salire in modo esponenziale. Chi ha già contratto il coronavirus potrebbe essere protetto, almeno per un certo periodo. In realtà, però, non ci sono garanzie in questo senso. «L'attuale aumento dei contagi mi spaventa parecchio: mi deprime pensare che ci sono ancora persone che stanno soffrendo e medici, infermieri e operatori costretti a fare l'impossibile in una situazione difficile conclude i negazionisti mi fanno rabbia. Magari il virus non ci fosse. Purtroppo non è così».
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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