LA CHIAMATA
TREVISO «In questa situazione di emergenza non potevamo non

Domenica 18 Aprile 2021
LA CHIAMATA
TREVISO «In questa situazione di emergenza non potevamo non dare una mano. Tutti devono fare la propria parte. Noi abbiamo risposto non appena ci è stata data l'opportunità, in seguito all'accordo tra lo Stato e le Regioni. Nella Marca siamo partiti subito». A parlare è Giacomo Fassina, 30 anni, medico di Treviso. È uno dei 130 specializzandi delle università reclutati dall'Usl - lui all'ultimo anno di Medicina legale - che in questi giorni stanno eseguendo le vaccinazioni anti-Covid nei centri allestiti dalla stessa azienda sanitaria. Ieri il dottore era in servizio nel polo del Bocciodromo di Villorba per il Vax-day a libero accesso dedicato agli anziani con più di 80 anni. Assieme agli altri medici, si è seduto ai tavolini posti subito dopo l'ingresso per fare le anamnesi. Si tratta del momento più delicato: in questa fase i dottori sono impegnati nei colloqui con i cittadini per inquadrare eventuali problemi di salute e di conseguenza decidere se procedere con la vaccinazione, quale tipo di siero usare e quanto lungo deve essere il periodo di osservazione dopo l'iniezione (si va da 15 minuti a un'ora, nei casi più particolari). «Generalmente non ci sono persone che non voglio vaccinarsi. Più che altro emergono paure e timori per qualcosa di nuovo. E si chiedono rassicurazioni spiega Fassina le preoccupazioni possono essere diverse. Si va da chi teme di avere effetti collaterali a chi chiede se si può essere contagiosi anche dopo la vaccinazione, fino a chi ha paura che lo stesso vaccino possa causare l'infezione da coronavirus. Noi spieghiamo in primis che il vaccino non ha assolutamente alcuna possibilità di trasmettere la malattia. Nel caso, illustriamo le differenze tra i vari tipi di vaccino. Se ci sono tante domande, a volte i colloqui durano un po' di più. Ma siamo qui per dare risposte, dato che vaccinarsi contro il Covid è nell'interesse di tutti i cittadini».
SENSO DI RESPONSABILITA'
A trent'anni si sente il peso della responsabilità nel corso della più grande campagna vaccinale della storia? «Si sente. Proprio per questo a volte le anamnesi sono articolate specifica il dottore specializzando però va detto che l'Usl copre con la propria assicurazione ogni medico che eroga questo prestazione sanitaria pubblica«. In caso di necessità, comunque, ieri nel centro vaccinale di Villorba era sempre pronta a intervenire Maria Domenica Pedone, medico del dipartimento di Prevenzione dell'Usl, responsabile delle vaccinazioni. Il coordinamento delle postazioni, dove hanno lavorato anche alcuni infermieri della Marina, è stato affidato a lei. «Il sistema del Vax-day a libero accesso ha dimostrato di funzionare. Per questo è stato deciso di estenderlo a tutti gli anziani con più di 80 anni che non avevano ancora ricevuto la prima dose». Adesso si apre un nuovo capitolo della campagna vaccinale. Già ieri a Villorba sono stati somministrati alcuni richiami con Pfizer. «Avevamo ricevuto la prima dose tre settimane fa dicono Alberico Panatoni ed Enrichetta Broccardo, 90 e 87 anni, arrivati da Treviso adesso abbiamo completato la profilassi. Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sul vaccino. E non ci sono stati problemi». Oggi si procederà con la vaccinazione per le persone fragili negli ospedali di Treviso, Oderzo e Vittorio Veneto. (m.fav)
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