GLI ALTRI FRONTI
TREVISO C'è un altro focolaio di coronavirus che desta

Sabato 1 Agosto 2020
GLI ALTRI FRONTI TREVISO C'è un altro focolaio di coronavirus che desta
GLI ALTRI FRONTI
TREVISO C'è un altro focolaio di coronavirus che desta preoccupazione. È quello partito nella zona di Asolo e del Grappa da un giovane proveniente dal Camerun che nei giorni scorsi ha partecipato alla commemorazione funebre organizzata dalla comunità camerunese a Padova con altre 200 persone. È qui che il ragazzo avrebbe contratto il Covid-19. Una volta rientrato, dal suo contagio ne sono scaturiti almeno altri 14 nella Marca. Il collegamento è stato evidenziato dall'indagine epidemiologica portata avanti dal servizio Igiene e sanità dell'Usl. Il giovane del Camerun lavora in un'azienda di Borso del Grappa che conta un centinaio di dipendenti. Dopo la conferma della sua positività, è stato controllato tutto il personale. Due colleghi di lavoro sono risultati a loro volta positivi, pur senza sintomi. Un numero non altissimo, a conferma che le misure di prevenzione contro la diffusione del coronavirus funzionano quando vengono applicate al meglio.
CONCATENATI
Ma non è finita. I controlli eseguiti dall'Usl hanno evidenziato che anche il padre di uno dei due colleghi di lavoro, un ex infermiere di Bassano del Grappa, è stato contagiato, così come altri componenti della sua famiglia. L'ex infermiere, poi, senza sapere di essere positivo, aveva partecipato a una cena con diversi invitati. E il cerchio si è allargato. Tanto che alla fine della settimana scorsa si erano già contati 7 contagi nella Marca legati alla commemorazione funebre di Padova. L'indagine epidemiologica è stata ulteriormente sviluppata. Si è seguita la concatenazione: ogni nuova persona positiva ha portato a controllare anche la sua famiglia e i suoi contatti più stretti, a cominciare dai colleghi di lavoro. E fino ad ora la ramificazione del coronavirus non si è fermata. Tanto che ieri sono emersi altri 7 contagi collegati, tutti nella stessa zona del distretto di Asolo. Rispetto a quanto accaduto nell'ex caserma Serena, qui il focolaio non è affatto circoscritto. Non resta che continuare a seguire le tracce del Covid-19.
I RIENTRI DALL'ESTERO
Sempre ieri, intanto, sono emersi altri 6 contagi legati al rientro di persone dall'estero, in particolare dall'Est Europa e dalla zona dei Balcani. «Si tratta di stranieri di rientro specificano dall'Usl senza particolari contatti». In questi casi, nel momento in cui vengono evidenziati per tempo, è sufficiente sottoporre a tampone i familiari conviventi. La buona notizia è che non c'è alcun focolaio di coronavirus nell'unità di Malattie infettive dell'ospedale di Treviso. Nei giorni scorsi un'infermiera era risultata contagiata, senza sintomi, nell'ambito dei controlli eseguiti a seguito della positività di un suo contatto stretto, lui sì sintomatico. È subito scattato lo screening per tutto il personale del reparto. E i 45 tamponi eseguiti su altrettante persone hanno dato esito negativo. Si può tirare un sospiro di sollievo. Infine, si sono concluse le indagini sul focolaio esploso nel gruppo appartamento di Lancenigo per persone con problemi psichici. Sono emersi complessivamente 8 contagi. Gli accertamenti su tutti i contatti stretti hanno consentito di bloccare il focolaio. Adesso i contagiati stanno portando avanti la quarantena all'interno dello stesso appartamento. A livello generale, il caso dell'ex Serena ha fatto esplodere il numero dei positivi al Covid-19 nella Marca. Sono 261 le persone che stanno attualmente facendo i conti con l'infezione. In Veneto, solo la provincia di Padova ne conta due in più
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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