Focolaio in classe: «Scuole a rischio»

Domenica 24 Gennaio 2021
Focolaio in classe: «Scuole a rischio»
IL CASO
GIAVERA DEL MONTELLO Al momento secondo le fonti ufficiali, ovvero il servizio di igiene e sanità pubblica dell'Usl, i bambini positivi al Covid in una seconda elementare di Cusignana sono cinque. Ma la situazione è in evoluzione, quindi non si esclude che il bilancio del focolaio possa ulteriormente aggravarsi. Anche perché la conta ufficiosa di qualche genitore porta già i numeri complessivi a sette, di cui quattro in attesa di molecolare. Così fra le famiglie sale la tensione, con accuse mosse in varie direzioni. Anche se, forse, il vero e unico colpevole è un virus imprevedibile, un nemico invisibile difficile da fronteggiare e tutt'altro che debellato. Come dimostrano i fatti di Cusignana.
LA SITUAZIONE
«Il primo bambino - spiega il dottor Stefano De Rui, responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica - ha frequentato fino al 18 gennaio. Poi ha effettuato il tampone, il cui esito è arrivato il 20 durante le lezioni. Dal 21 la classe è stata messa in quarantena». A questo punto qualche famiglia si è mossa autonomamente, facendo fare il tampone ai propri figli, con esiti non rassicuranti. «Al servizio risulta, al momento, la positività al molecolare di un secondo bambino, compagno di banco del primo. Altri tre invece avrebbero al momento avuto l'esito positivo del rapido. Vediamo quindi come si evolve la situazione nelle prossime ore: valuteremo con la scuola se far effettuare il tampone a tutti quelli che non lo hanno ancora effettuato o autonomamente o su indicazione del medico di base. Siamo in costante contatto con la scuola. L'importante è comunque il fatto che tutti i bambini sono già stati posti in quarantena».
L'ALLARME
Nel frattempo, però, le famiglie sono in allarme anche sulla base dei loro numeri. «Ci sono già sette casi - dice l'ex sindaco Fausto Gottardo, nelle vesti di genitore - di cui tre sicuri e quattro in attesa di molecolare. Non sono un medico ma penso che l'insieme sia preoccupante. Molti bambini della classe in questione hanno fratelli in altre classi, pertanto rischia di verificarsi una pericolosa reazione a catena. Come genitori abbiamo fatto in settimana pressioni su amministrazione e dirigente scolastica perché si sanifichino gli ambienti, ma nulla è stato fatto. Se non si ferma il contagio e non si fa il punto della situazione sarà un problema». Ma l'Usl spiega che si stanno seguendo tutte le regole e i protocolli indicati dalla Regione. «Dal 7 gennaio - dice De Rui - la normativa prevede la quarantena immediata ma non il tampone, che nei mesi scorsi in qualche caso è stato controproducente. E per quanto riguarda gli ambienti, non sono il principale problema: lo sono molto di più i contatti».
IL PRECEDENTE
Lo stesso De Rui riferisce di una situazione analoga verificatasi nei giorni scorsi in una scuola secondaria di primo grado di Montebelluna. «In quel caso - afferma - l'effettuazione del tampone a tutta la classe ha consentito di individuare quattro positivi». Poi prosegue. «Abbiamo vissuto un calo nei contagi frutto della chiusura delle scuole - spiega - Ora però temiamo gli effetti della ripresa e dobbiamo essere preparati ad affrontarli». Insomma, il rischio della terza ondata o comunque di una risalita c'è. Intanto sul tema il sindaco di Montebelluna Elzo Severin, molto colpito anche dai recenti casi, afferma: «Quella che stiamo affrontando è una guerra a tutti gli effetti. L'ultimo conflitto mondiale è durato parecchi anni. Per noi ne è passato solo uno. Capisco che questa situazione non è bella per nessuno, soprattutto per i bambini e ragazzi. Dove stavano però i bambini e i ragazzi durante la seconda guerra mondiale? In casa e nei sotterranei per proteggersi dalle bombe». Perché la salute viene prima di tutto.
Laura Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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